Zeru tituli moltu rosicu
L’allenatore dell’Inter Mourinho piace anche a molti tifosi delle squadre avversarie questo è un dato di fatto. Piace la sua sfacciataggine, piace il fatto che quando la squadra è in difficoltà pur di vincere metta in campo anche cinque punte e piace come risponde ai mediocri giornalisti sportivi italiani.
Dove l’allenatore italiano medio preferisce rispondere diplomaticamente come un coniglietto senza sbilanciarsi mai Mourinho invece sbaraglia le carte in tavola e sovente lo rovescia (il tavolo) soprendendo e bacchettando chi c’è dall’altra parte del microfono.
Riconosciute queste doti all’allenatore portoghese suona un po’ strano che si sia offeso per le dichiarazioni del commissario tecnico della Nazionale Marcello Lippi. Lippi, alla solita domanda di un intervistatore su quale squadra vedesse favorita per la vittoria dello scudetto 2009-2010 ha risposto candidamente: “la Juventus”.
E meno male! La maggior parte dei suoi colleghi si trincera dietro un “non faccio pronostici” per evitare eventuali figuracce in futuro quando si saprà chi avrà vinto e tenersi buoni tutti.
Perché Mourinho se la prende tanto con Lippi che utilizza la sua stessa filosofia ovvero quella di non nascondersi e rispondere a viso aperto alle domande che gli vengono rivolte? Lo stesso Lippi che non sottraendosi ai pronostici lo scorso anno dichiarò di vedere favorita l’Inter peraltro azzeccando?
L’argomentazione che l’allenatore della nazionale non dovrebbe sbilanciarsi in pronostici è un po’ debole proprio perché di pronostici si parla e nessuno può condizionare nulla tirando a indovinare.
Viene da sospettare che Mourinho abbia totalmente metabolizzato dopo solo un anno in Italia alla guida della squadra nerazzurra tutta l’avversione nei confronti della Juventus, comprensibile tra i tifosi di vecchia data, un po’ forzata per uno che nel pieno dello scandalo che ha visto le due squadre diventare acerrime nemiche nemmeno c’era.
Ci piace il Mourinho del “zero tituli” e anche quello che strapazza i giornalisti in studio, un po’ meno il Josè imbronciato che fa l’offeso dimostrando forse di mancare un pizzico in sportività.
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