Boffo si è dimesso, ora tocca a Feltri
Dino Boffo, direttore di Avvenire fino ad oggi, ha appena presentato le sue dimissioni irrevocabili e con effetto immediato da tutti i suoi incarichi di direzione in seno ai mezzi di comunicazione della CEI.
Boffo ha il merito di aver elevato il quotidiano dei vescovi da bollettino di curia a uno dei giornali più ben fatti nel panorama della stampa italiana.
Ciò che mi amareggia è che si sia dimesso un giornalista capace, tutt’altro che cattocomunista come lo si vuole dipingere, serio e preparato. Ho conosciuto l’ex direttore di persona e ho assistito ad alcuni dibattiti nel quale lui era presente come relatore e posso assicurare (per quanto può valere la mia testimonianza) che, non conosco l’uomo e le sue abitudini e nemmeno mi interessa, ma il professionista non si discute e quando si parla di dirigere un quotidiano mi sembra sia la cosa più importante.
In un panorama informativo della carta stampata dove circolano personaggi come Ezio Mauro, don Sciortino, Concita De Gregorio, D’Avanzo e “energumeni” di varia natura compreso Feltri e i suoi scagnozzi, fa davvero tristezza che a cadere sia proprio Boffo.
Spero che le dimissioni gli siano utili per dedicarsi pienamente all’accertamento dei fatti, con ancora più chiarezza e determinazione (l’articolo di oggi su Avvenire qui riportato dal Corriere è già un grande passo in questa direzione) e alla fine, se tutto è come sembra, anche Feltri avrà un minimo di pudore e si dimetterà. Ce l’avrà?
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