Caramba che ricatto

Caramba che ricatto

Del caso Marrazzo lato “frequentazione sessuale trans” si è parlato ampiamente, ed è un lato che è meglio non approfondire visto che ha già approfondito abbastanza l’ex governatore del PD.
Lo scandalo però è composto da altre due questioni spinose e non meno clamorose di cui si sta parlando poco.
Il coinvolgimento dell’Arma dei Carabinieri e il ruolo della stampa.
Ci sarebbe anche la storia della cocaina che però è tutta da accertare.
Ad uscire male da questa storia fatta di sorprese a domicilio e sorprese inguinali sono i coprotagonisti, gli unici con i pantaloni non alle caviglie, i quattro carabinieri arrestati.
I responsabili dell’arma liquidano il tutto con moltà facilità con la frase “4 mele marce” come se bastasse passare il rossetto sulle labbra di un cadavere in avanzato stato di putrefazione per renderlo presentabile.
Incuriosito dall’impatto che ha avuto questa vicenda sui colleghi sono andato ad intervistare con molta discrezione e senza palesare intenti giornalistici un ex carabiniere in pensione che ha prestato servizio in zone calde del nostro Paese. Dove si spara (pallottole e non fluidi corporei), tanto per intenderci.
Non sembrava per nulla sconvolto dall’episodio, anzi era sopreso del fatto che i quattro fossero stati messi in gattabuia così prontamente e a Regina Coeli, “di solito” mi diceva “li mandano al carcere militare, mah, evidentemente li devono interrogare per bene”.
“Quando ero di servizio a xxxxxxx mi capitava spesso di scoprire bische clandestine in camere nascoste di bar o ristoranti, il sistema, in voga a quei tempi, per ingraziarsi il favore dei carabinieri era quello inizialmente di non far pagare il conto del bar o del ristorante, poi allungare anche qualche contante.
A quei tempi ero uno sbarbatello e mi scandalizzavo, poi confrontandomi con i miei superiori capii che era prassi”
A dire il vero mi diceva che l’elargizione di somme vere e proprie in contanti era rara ma chiudere un occhio e spesso entrambi in cambio di favori era prassi.
Era ed è prassi tra alcuni componenti delle forze dell’ordine anche non limitarsi ad avere contatti con gente di malaffare per avere soffiate ma anche scambiare merci con questi, per lo più roba rubata.
Anche il discorso droga non è una novità, sembrava di sentire la sceneggiatura di un film “capitò anche a me di scoprire di avere un collega che nei sequestri di droga dichiarva dieci chili di sequestro tenendosene per sè altri cinque, per fortuna lui fu preso e condannato, ma chissà quanti non vengono scoperti o scoperti e viene messo tutto a tacere”.
Un quadro agghiacciante che non deve far pensare ad una prassi consolidata di corruzione tra le forze dell’ordine ma deve far riflettere sul fatto che persone che hanno a che fare costantemente con la parte marcia della società ogni tanto abbiano la tentazione di spiccare un saltino dall’altra parte, anche perché da questa parte, quella della legalità, lo stipendio si aggira intorno ai 1500 euro mensili mentre dall’altra se ne possono guadagnare 15000 in un giorno.
Il problema è serio, più o meno sospettato da tutti ma mai affrontato come meriterebbe.
“Nei secoli fedeli” dice il motto dell’arma e l’interrogativo “ma fedeli a chi?” cresce sempre più corposo.
E veniamo alla stampa.
Sì perché in questa storia non dimentichiamoci che della deriva di Marrazzo erano a conoscenza quasi tutte le redazioni dei giornali. Tutti i direttori e gli editori e si presume anche a questo punto componenti delle redazioni sapevano che il governatore del Lazio molto probabilmente si dilettava con il terzo sesso quello al maschile nei documenti e dalla cintola in giù e al femminile dalla cintola in sù e agli occhi di chissà quanti.
Tutti costoro sapevano che Marrazzo era ricattato da un video. E da questa stampa politicizzata, schierata, avvezza a distruggere il politico con scandali sessuali non è trapelato assolutamente nulla.
Adesso si infierisce e si tirano fuori anche le pieghe più nascoste della vicenda ma prima, come capitò nel caso Sircana, nessuno ha fiatato.
Non siamo arrivati come nel caso precedente del portavoce di Prodi a comprare per nascondere, anche perché il prezzo era notevole, ma ci siamo arrivati vicini.
Che dopo il caso Berlusconi sia tornato il tacito accordo di non sputtanarsi o transputtanarsi a vicenda? Che le lancette si siano spostate al periodo antecedente la vicenda d’Addario? Che il passaggio dall’ora legale a quella solare abbia ricreato la coltre fumogena sulle notizie di letto dei politici?
Luxuria stuzzicata maliziosamente nella passata legislatura ha affermato di avere avuto numerosissime avance da colleghi parlamentari, di destra e di sinistra. Non che quello che dice Vladimiro Guadagno sia da prendere per oro colato ma alla luce dei recenti avvenimenti c’è da credere alle sue parole.
Man mano che i giornali riportano frasi e pubblicano immagini la vicenda diventa sempre più schifosa, non mi vengono in mente altre immagini, tra brendone e natalie viene quasi il dubbio che i canoni estetici siano cambiati. Da canoni si è passati a cannoni.
Se poi come dicono alcuni il trans, nel campo del sesso, è il futuro, inorridisco al pensiero di cosa sarà il futuro quando il trans sarà il presente cioè fra pochissimo.

2 comments

comments user
Damiano

Sapete cosa mi infastidice?
Che nelle redazioni o tra i politici tutti conoscano i vizi di tutti; CASUALMENTE, invece, proprio coloro che avrebbero diritto a conoscerli, ovvero noi cittadini che li votiamo e dobbiamo poterci fidare di loro, ne siamo all’oscuro…
che ci siano connivenze, strizzatine d’occhio e solidarietà tra zozzoni mi sembra, a questo punto, evidente….

comments user
Martin Sileno

molto interessante. Mi ha stupito anche le dichiarazioni di Gomez, uno che non si fa troppi scrupoli quando c’è da fare giornalismo di inchiesta, quando ha ammesso di aver sottovalutato il problema

Commento all'articolo