Politica sul Viados del tramonto

Politica sul Viados del tramonto

“Calati juncu che passa la china”, logica siciliana per dire “piegati giunco che passa la piena”.
Mentre imperversa il temporale, il tornado, le inondazioni, il giunco si piega per non farsi svellere dal terreno, per poi riemergere al termine del temporale. La “piena” in questione è quella degli scandali sessuali che stanno seguitando i nostri giornali e le nostre tv da qualche giorno.
Ecco che la marea che imperversa minacciosa ha sradicato dal terreno un altro giunco, questa volta di proprietà del Presidente del gruppo parlamentare “Il popolo delle libertà” al Senato della Repubblica. Da giorni (anche in parlamento) girano voci che sia lui il politico eccellente coinvolto in uno scandalo di transessuali, la seconda vittima dopo l’ormai ex governatore del Lazio Marrazzo.
Gasparri, stamane tramite il Giornale di Vittorio Feltri ha voluto anticipare i vari giornali di gossip per buttare l’acqua non sulla legna ardente ma sul fiammifero che stava per accenderla. “Questo vociferare è uno squallore vergognoso. Ma vi giuro che il primo che scrive una riga fuori posto, o che solo lascia intendere qualcos’altro lo trascino in tribunale”. I fatti in questione risalgono all’estate del 1996. L’ex ministro delle comunicazioni alla guida della sua Fiat Punto stava andando a un circolo dei Parioli per una serata con gli amici e con la moglie, ma “sbagliò strada e fu fermato dai carabinieri in una strada dove i transessuali sono soliti prostituirsi”. Gasparri in auto era solo, la moglie era stata accompagnata alla festa da Italo Bocchino. I carabinieri notando un’auto con all’interno un uomo solo tra i viali dell’Acqua Acetosa (che per chi conosce Roma è una delle strade in cui la prostituzione la fa da padrona) che ha un’andatura a “singhiozzo”, cioè spunta e si ferma, spunta e si ferma, che devono andare a pensare? Pare che dopo averlo fermato lui se la sia cavata con questa frase: “Voi non sapete chi sono io”.
Nel Giornale di Feltri il capogruppo del Pdl motiva quell’andatura a “singhiozzo” come il risultato della ricerca di Gasparri del circolo del Polo (strano poiché anche un orbo riuscirebbe a vederla). Ma ciò che a noi deve interessare non è tanto il fatto che Gasparri, Marrazzo, o qualsiasi altra personalità vada con i transessuali. Questi sono affari loro, ognuno è libero d’andare a letto con chi vuole. Ma laddove noi dovremo interessarcene? Laddove una personalità pubblica delle istituzioni può essere ricattabile e ricattata. Molti nostri politici sono già stati ricattati. Noi abbiamo visto il salto di carriera che ha fatto la D’Addario dopo la nottata trascorsa nel lettone di Putin nella quale ha registrato la sua prestazione sessuale col Presidente del Consiglio su un cellulare. Una escort è stata candidata nelle liste di “La Puglia prima di tutto” schieramento inserito nel popolo delle libertà alle ultime elezioni comunali a Bari.
Qualcuno potrà dire che anche una escort può essere candidata, giustissimo. Ma non quando quella candidatura è frutto di un ricatto al nostro Presidente del Consiglio. “Io che ho registrato col mio cellulare un rapporto sessuale tra noi due, il quale se dovesse vedere la luce del sole ti manderebbe alla rovina, se vuoi che io Patrizia D’Addario cancelli dal cellulare quel video e non lo renda pubblico tu devi candidarmi”. Ecco quello che è successo. Ma non solo con la D’Addario. Ad esempio nel caso di Virginia Sanjust, l’ex signorina buonasera della Rai che poi è scomparsa dalla circolazione. Tutto cominciò nel 2003, quando Berlusconi andò in tv per presentare la sua politica economica, e li conobbe l’annunciatrice, entrando in tempesta ormonale perenne. Un mazzo di fiori, un biglietto galante, un invito a pranzo a palazzo Chigi, una storia durata mesi fino all’acquisto da parte di una società del passionale cavaliere, l’immobiliare Idra, di un appartamento in piazza Campo de’ Fiori abitato dalla ragazza che prima lo affittava. Nel novembre del 2003 Federico Armati marito della Sanjust viene promosso a funzionario del Sisde (i servizi segreti). Nel 2004 divorzia da Virginia che entra in aspro conflitto con lui a proposito dell’affidamento del figlio minore e secondo Armati nel mese di settembre lo minaccia di farlo rovinare, ridurre sul lastrico, per “farlo diventare così povero da non poter più accudire e tenere con sé il bambino”. Un anno dopo Armati, dopo vari “maltrattamenti, vessazioni, e azioni di mobbing” inflittigli dai superiori su pressioni di Berlusconi, viene improvvisamente trasferito dal Sisde al ministero della Giustizia, dove avrebbe guadagnato un terzo dello stipendio precedente. “Un trasferimento punitivo” lo chiama l’Armati.
A quel punto l’agente segreto minaccia di denunciare tutto alla magistratura e ai giornali. E non era un periodo semplicissimo per i politici, erano in campagna elettorale, quella del 2006, laddove un colpo basso avrebbe messo ko il politico colpito. I sondaggi in quel periodo davano addirittura l’Unione di Prodi in vantaggio su Berlusconi. Così il primo aprile 2006 il trasferimento viene revocato in fretta e furia e Armati venne assegnato al Cesis, dove tuttora presta servizio. Questo dimostra quanto sia vulnerabile un politico quando può essere ricattato.
E se un trans filmasse il suo rapporto sessuale con un politico e durante la campagna elettorale minacciasse di rendere pubblico quel filmato quanti favori potrebbe ottenere dal ricattato che di certo non è un manovale, e ha un grande potere fra le istituzioni? E se il filmato cadesse nelle mani di gruppi terroristici? E se cadesse nelle mani della mafia? Quanti saranno i politici che preferiscono “sputtanarsi” anziché accettare i ricatti? Io credo quasi nessuno, poiché come abbiamo visto il livello morale dei nostri politici è molto basso.
In conclusione non aspettiamoci una seconda “notte dei lunghi coltelli” ad esempio di quella che fu l’epurazione politica che Hitler organizzò all’alba tra il 29 e il 30 giugno 1934 e tra le cui vittime anche Ernst Rohm, ma speriamo che questi “sporcaccioni” vengano scoperti uno per uno, e che almeno al prossimo temporale non facciano come il giunco che si piega ma che si dimettano da soli appena ricattati o ricattabili.

Stefano Poma (collaboratore)

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