Taci, l’amico ti ascolta

Taci, l’amico ti ascolta

Cari signori, diciamoci la verità, in Italia non esiste la censura. Esiste un’altra forma della stessa, e cioè l’autocensura.
Smettiamola col dire che Berlusconi controlla direttamente (e dico direttamente) la stampa, sia cartacea che televisiva, non è vero. Dove il “piccolo uomo” ha peso e rilevanza? Ebbene, ha queste due facoltà quando si trova al proprio cospetto degli “spaventapasseri” dei “yesman”, dei “baciachiappe”.
Quando a febbraio B. ha gentilmente invitato il direttore del “Corriere della Sera” Paolo Mieli a cambiare mestiere, lo storico ha subito cambiato mestiere. Quando qualche giorno dopo, B., fece lo stesso invito al direttore della “Stampa”, Giulio Anselmi, anche quest’ultimo ha cambiato mestiere. Due giorni dopo che B., dichiarò “irresponsabile” il modo di fare giornalismo di Enrico Mentana, il milanese fu liquidato con queste parole: “Mediaset ed Enrico Mentana hanno risolto consensualmente il rapporto di lavoro. Mediaset ringrazia Mentana per l’importante lavoro svolto in 18 anni di collaborazione e gli formula i migliori auguri per il suo futuro professionale”. Quest’ultima frase è curiosa, poiché il giorno dopo, Mentana, ricevette un’offerta da La7, bloccata da un veto di palazzo Chigi.
Insomma, chi non piace a B. non lavora. Onde evitare licenziamenti futuri dunque, tutti, hanno pensato bene di affidare direttamente le nomine dei direttori dei tg allo stesso B., e senza battere ciglio. Ecco come l’ometto asfaltato ha piazzato i suoi amici: Masi direttore generale della Rai, Mazza responsabile di Rai1, Liofredi responsabile di Rai2, direttore del Tg1 Minzolini, direttore del Tg2 Orfeo. Direzione di Rai Corporation affidata a Magliaro, di Radio Rai a Socillo, dei Gr a Preziosi, e di Gr Parlamento a Berti, il quale, oltre che essere grande amico di Dell’Utri, è stato capo dell’uffico stampa di Forza Italia, come dire, una garanzia. Come sono una garanzia tutti i vari direttori delle reti Mediaset, dove è inutile spendere parole, dato che sono pagati da lui.
Voi parlereste male pubblicamente del vostro principale? Di colui che vi dà da mangiare? Io credo di no a meno che non siate affetti da una forma di autismo.
È questo il problema. E sapete come si chiama? Conflitto di interessi. E chi dovrebbe risolvere questo conflitto di interessi? L’opposizione. E l’opposizione che fa? Dorme. E nel frattempo milioni di cittadini crescono “culturalmente” disturbati, sanno tutto della bicicletta di Garlasco, sanno tutto delle inclinazioni sessuali di Alberto Stasi, preparano bunker sotterranei aspettando il 2012 e così via. Ma non sanno dei processi di B., non sanno che in questi giorni Spatuzza, un collaboratore di giustizia, stà parlando in quel del tribunale di Palermo dei rapporti tra B. e Cosa Nostra avvenuti nel 92, e cioè quando saltarono in aria Falcone e Borsellino.
E quando B. (prima o poi capiterà) uscirà dalla politica e sarà impossibilitato di influenzare le varie nomine che succederà? Si terrà il silenzio su tutta questa storia? Io credo di no. Quindi il problema si può riscontrare solo in questa direzione. B, non deve influenzare le nomine, poiché chiaramente gli amici che lui ha messo al comando, non possono far altro che passargli la spazzola tra i capelli. Esiste l’autocensura, non la censura.
Chiaramente se io volessi pubblicare l’articolo che state leggendo, non lo proporrò a Vittori Feltri, ma vado da un direttore che condivide le mie idee. Se io voglio scrivere “Viva Berlusconi”, chiaramente non vado a fare il redattore all’Unità, ma scelgo il giornale più congeniale alle mie idee. Purtroppo però, i giornalisti con gli “attributi”, come abbiamo visto sono davvero pochi, ed’è un peccato, poiché molti di loro con le loro capacità potrebbero “spaccare il culo ai passeri”, anziché leccarlo all’amico.

Stefano Poma (collaboratore)

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