Perry Mason di casa nostra
Strafare, strafare, strafare. L’attaccante dribbla anche l’ultimo difensore e avendo lo specchio della porta a disposizione invece di tirare all’angolino decide di dribblarsi anche il portiere, venendo bloccato proprio da quest’ultimo con la punta delle dita vanificando quindi il vantaggio della propria squadra.
Questo è strafare.
Il processo d’appello al senatore Marcello Dell’Utri già condannato in primo grado a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa ha vissuto questa azione di gioco con la deposizione del pentito Spatuzza.
Ciò che meraviglia di tutta la vicenda non è tanto che il pentito stragista, pluriomicida di Cosa Nostra che non ha mai, nemmeno in questi giorni, rinnegato la sua gratitudine nei confronti dei boss Graviano, sia stato smentito da loro stessi.
Non meraviglia nemmeno che i colpevolisti e in special modo gli antiberlusconiani abbiano esultato a sentire la frase “quello di Canale 5” uscire dalla bocca del pentito e gli innocentisti e nella fattispecie i berlusconiani abbiano suonato le trombe alla smentita pubblica e secca di uno dei Graviano.
Ciò che meraviglia è che tutto era ampiamente prevedibile.
Quello che dice D’Alema, ovvero che era scontato che i Graviano non confermassero il pentito, il baffetto l’ha detto con il sorrisino sornione di chi vuole sbeffeggiare chi ha tirato un sospiro di sollievo ma in realtà ha un unico effetto reale, ridicolizzare i magistrati che si stanno occupando del processo e in particolare l’accusa.
Se era scontato infatti perché chiederglielo? A parte il fatto che qualcuno ci ha creduto fino alla fine. Alcuni si aspettavano che uno dei Graviano confermasse Spatuzza e allora champagne e fuochi d’artificio nelle strade, è stato fatto per la caduta del Lodo Alfano, figuriamoci se fosse successa una cosa del genere.
Ma se chi è accecato dal tifo per una parte politica o dall’odio contro un personaggio o dalla nobile voglia di giustizia può essersi illuso non si capisce come possano aver sottovalutato questo esito scontato coloro che hanno messo in piedi questo impianto accusatorio in tribunale e nei processi paralleli sulla stampa e in certe trasmissioni che vanno in onda il giovedì in prima serata su Rai Due.
Perché il punto è tutto qui: il processo Dell’Utri aveva bisogno delle deposizioni del pentito Spatuzza? Aveva bisogno del teatrino della mafia che per un paio di giorni in diretta radiofonica e nei filmati riportati nei TG ha ripreso il suo ruolo di burattinaia?
Non bastava il tiro all’angolino per chiudere il processo al senatore di Forza Italia?
E invece no, si è voluto dribblare anche il portiere. Poi chissà, magari era solo il goal del 4-0, inutile ai fini del risultato.
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