Auguri da quattro soldi
Ai tempi di Facebook gli auguri si fanno taggando una foto, quasi sempre una cartolina con immagini di Natale, neutre per non offendere la minoranza religiosa di turno, sezionate in riquadri, assegnando ad ogni riquadro un nome. Chi entra nel suo profilo personale trova la notifica “sei stato taggato in una foto da…” si va a vedere e si ritrova il proprio nome stampigliato su una palla della foto di un albero di Natale.
E’ un passo ulteriore rispetto all’utilizzo delle email e un passo ancora oltre l’invio di massa degli SMS, magari grazie alle promozioni delle compagnie di telefonia mobile che offrono la possibilità in periodo estivo e natalizio di rompere i camilleriani “cabasisi” al prossimo.
Ma quanto valgono questi auguri impersonali spesso con un testo identico per tutti? Secondo me valgono poco, anzi pochissimo.
Non c’è nemmeno lo sforzo di pensare ad una frase carina, originale, sentita, customizzata sulla persona.
Non c’è neppure l’esborso di qualche frazione di euro, proprio nulla.
Hanno costruito migliaia di sketch sul marito che dimentica le date di anniversario o il giorno di compleanno della moglie, adesso ti avvisa facebook, ti dice la data del compleanno di tutti, e chi riceve gli auguri non ha nemmeno il gusto di pensare “che bello, si è ricordato di me”.
Forse per chi li riceve alla fine ciò che conta sono solo gli auguri, senza troppi pensieri dietro, ma resta la nostalgia della telefonata, della visita a casa o della romantica lettera, insomma del sincero gesto d’affetto.
Per questo ci si stupisce per le ovvietà o addirittura le si travisa e un abbraccio diventa un’aggressione, uno slancio di affetto si trasforma in un gesto di violenza.
Il trillo del cellulare interrompe nuovamente il silenzio post prandiale del 25 dicembre, gli ennesimi auguri giunti stasera, questi addirittura vengono da un numero che non ho nemmeno in rubrica “Tanti auguri di Buon Natale” rispondo con un poco impegnativo “anche a te e alla tua famiglia” senza sapere nemmeno di chi si tratta sperando che sia una persona a cui avevo veramente il piacere di fare gli auguri e soprattutto sperando che abbia una famiglia altrimenti è una gaffe.
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