L’Italia a puttane
Proposta choc della Santanchè sulla prostituzione: destinare, come in Spagna, apposite aree di locali quali ristoranti e bar alla prostituzione per eliminare dalle strade il fenomeno.
Ma la cosa non piace, anche se in Italia quasiasi cosa si dica sulla prostitizione finisce per non andare bene, vuoi per la chiesa, vuoi per i diritti delle prostitute, vuoi per la privacy dei clienti, o vuoi per qualsiasi altro motivo.
Quello che non si puo negare che nonostante leggi e divieti il settore non conosce crisi, basta sfogliare i giornali per accorgersene, e non solo nelle pagine degli annunci “sentimentali”, ma anche nelle prime pagine dove ci accorgiamo che la prostituzione ruota intorno a politici, omicidi e anche tanta gente comune.
Ma tornando alle dichiarazioni della Santanchè, sono una proposta per il problema, che in effetti renderebbe piu semplici i controlli, consentirebbero il regolare pagamento delle tasse per le prestazioni e e si eviterebbe la prostituzione minorile, ma a quel punto tanto vale riaprire le case chiuse.
Purtoppo la cosa è off limits dai tempi della legge Merlin, ma forse sarebbe la soluzione piu adeguata al problema, anche perche comunque la prostituzione esiste ed è ben presente, e si porta dietro alcuni problemi di ordine sociale (sfruttamento, delinquenza, e mancato pagamento delle tasse) che sarebbe ora di sistemare.
E non si dica che le case chiuse favoribbero l’avvicinarsi di nuovi clienti alle case chiuse, anche in assenza prostitute e protettori fanno grandi affari, anche a dispetto della crisi, dopotutto se è il mestiere piu antico del mondo ci sarà pure un perchè.
Sono poco condivisibili anche le dichiarazione di alcuni esponenti femministe alla proposta choc, tra cui Alessandra Mussolini che ritiene una vergogna inserire in un listino prezzi di un bar anche il “prezzo” di una donna, invitando la Santanchè a limitarsi a scaldare la propria poltrona in Parlamento, ma purtoppo la Mussolini non considera che , volente o nolente, i prezzi certe donne (e non solo…) li hanno gia, anche se non sono scritti esplicitamente nel listino di un locale.
Piu condivisibile il parere delle associazioni dei pubblici esercenti, che temono una volgarizzazione dei propri esercizi, e in effetti anche per questo avrebbe piu senso riaprire le case chiuse,piuttosto che trasformare i locali in casini.
Anche le associazioni delle prostitute hanno da ridire, sopratutto perche la soluzione proposta non risolve il problema del ricoscimento dei diritti civili e di lavoratori delle proprie colleghe, come succede anche in Spagna.
D’altra parte qualsiasi soluzione è un casino, tanto vale riaprirli…
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