Byron Moreno

Byron Moreno

Byron nasce a Quito, in Ecuador, nel 1969. Arbitro quotato in patria ma decisamente sconosciuto nel resto del mondo, tocca il culmine della carriera ai Mondiali di Calcio del 2002 in Corea del Sud. La designazione di Byron viene colta da qualche mugugno tra la squadra italiana che affronterà la Corea del Sud negli ottavi di finale. L’Italia ha battuto l’Ecuador nel girone eliminatorio, e dunque la scelta dell’arbitro Moreno appare quantomeno infelice.
Sarà un caso, ma è una delle partite che faranno più discutere nella storia della nazionale di calcio italiana. Durante il match succede di tutto. Dall’assegnazione di un rigore ai coreani dopo pochi minuti, passando per  un gol regolare annullato all’Italia e l’espulsione di Totti, che viene steso in area ma cacciato per una simulazione inesistente. Alla fine la Corea passerà il turno tra le grida di scandalo e presunta corruzione. La Corea arriverà in semifinale, e molti ricordano anche le partite con arbitri, quantomeno, sfortunati, che portarono i Coreani a superare, tra mille polemiche, anche Portogallo e Spagna.

Dicevamo, Byron, l’arbitro dallo sguardo triste, un po’ fisso e afflitto da una vaga somiglianza col cardinal Crescenzio Sepe (guarda caso, anche lui nell’occhio del Ciclone per presunti favori alla Cricca di Anemone). A fine mondiale rientra in patria, e iniziano a farsi strada voci inquietanti. Byron paga gli ingenti debiti che pare avesse contratto in passato, e sfreccia tra le vie di Quito a bordo di una Camaro nuova di zecca. Va detto che Byron, intervistato a riguardo, ha mostrato una serie di cambiali per l’acquisto di una più modesta Opel Corsa Diesel. Nel frattempo continua ovviamente ad arbitrare, ma le polemiche continuano a non allontanarsi da lui.

Pochi mesi dopo il Mondiale finisce nuovamente nell’occhio del ciclone, con l’accusa di aver truccato una partita del campionato ecuadoriano. Si affrontano LDU Quito e Barcelona Sporting Club. La squadra di casa si impose per 4-3 tra polemiche infinite, non ultimo un recupero finale spropositato di 13 minuti invece dei 6 dichiarati. In questo recupero la squadra di casa riescì a ribaltare il risultato, dopo essere stata in svantaggio per 2-3. Byron Moreno in quel periodo era candidato per le elezioni del consiglio comunale di Quito, e le malignità riguardarono un presunto suo atteggiamento favorevole alla squadra di casa per ottenere più voti. Moreno fu sospeso dalla propria federazione in attesa di un giudizio definitivo. Alle elezioni risultò non eletto. Il suo slogan, manco a dirlo, era “Cartellino rosso contro la corruzione“. Moreno venne squalificato per 20 giornate alla federazione ecuadoriana.

Nel frattempo, tanto per non farsi mancare niente, Byron Moreno approda a più riprese in Italia. La RAI, dopo aver minacciato di chiedere un risarcimento danni alla FIFA a causa dell’eliminazione della Nazionale, pensa bene di spendere decine di migliaia di dollari invitando Moreno ad una trasmissione TV: il 9 gennaio 2003 partecipa alla prima (e unica) puntata di Stupido Hotel, prodotta da Adriano Aragozzini. Il culmine della serata è un romantico ballo di Moreno con una procace Carmen Russo. Ignoti i motivi per i quali la trasmissione viene sospesa dopo una sola puntata.
Anche il ritorno a Fiumicino per rientrare in Ecuador è movimentato : Moreno viene molestato dal famoso pastore tedesco Gunther IV, figlio di Gunther III che ereditò 130 milioni di euro dalla sua padrona, una nobildonna con qualche rotella fuori posto. Il cane dimostrò un ottimo fiuto, ringhiando ferocemente contro il povero Moreno, additandolo al pubblico ludibrio.

nel febbraio 2003, a Moreno viene offerta la direzione di un corso amatoriale per arbitri organizzato in Sicilia dalla polisportiva Terranova.
Nello stesso mese, viene invitato al Carnevale di Cento, nel ferrarese, dove viene colpito da un uovo in faccia e premiato col Tapiro d’Oro.

Nel maggio 2003 torna finalmente ad arbitrare in Ecuador. La partita tra Deportivo Cuenca e Quito finisce 1-1, con 3 espulsioni. Entrambe le squadre presentano una denuncia nei confronti di Moreno per la direzione arbitrale, e l’arbitro viene sospeso nuovamente in via cautelativa. Moreno, stanco delle continue polemiche sul suo arbitraggio, pensa bene di ritirarsi dal mondo del calcio. “Lascio a causa delle continue critiche che mi rivolgono i dirigenti del calcio ecuadoregno. Volevano cacciarmi, ma io me ne vado dalla porta principale. Non mi sento felice ma devo voltare pagina“.

La pagina viene voltata pochi mesi dopo, tornando nella amata Italia. Nel luglio 2003 dirige la finale di calcio a 7 del torneo di Scortichino, in provincia di Ferrara. Arriva in campo sfoggiando un cappellino della scuderia Williams, Maranello dista solo 70 chilometri, non male come provocazione A fine partita, 4-5 poliziotti riescono a fermare un energumeno inferocito pronto a farsi giustizia sommaria contro Moreno, che comunque viene colpito nuovamente dall’immancabile uovo in faccia.
Il sipario viene calato nel febbraio 2004, quando la Federazione ecuadoriana comunica la radiazione di Moreno dai ranghi arbitrali. Da allora le notizie si fanno rare e non confermate. Si vocifera di una cordata di imprenditori italiani che avrebbero aiutato Moreno ad aprire una scuola per arbitri a Quito, ma sono solo supposizioni. Vogliamo ricordarlo così, con la chiosa di un’intervista concessa a Josè Altafini nella già citata trasmissione Stupido Hotel : “Non credo che gli italiani mi odino“.

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