Berlusconi anche stavolta salva capra e cavoli
Questa volta il governo Berlusconi se l’è vista brutta: ultimamente le porcate di questo esecutivo non mancano, prima il caso Brancher e ora il caso P3 non possono che far storcere il naso a una parte dell’elettorato del Popolo della libertà, e dato che questa parte traballa gia da un bel pezzo, minacciando scissioni, ogni nuovo caso mina sempre piu la stabilità della coalizione di governo.
I finiani non fanno mistero di aspettare la prima occasione per distruggere il giochino Pdl, e questa volta le premesse erano veramente buone per poterci riuscire: l’aut aut di Berlusconi per chi avesse votato mozioni della minoranza (nella fattispecie la sfiducia a Cosentino, il coordinatore campano del Pdl , che i “maligni” dicono essere in odore di mafia, che anche tramite la presunta lobby nota come P3, pare abbia fatto carte false per screditare il candidato alla presidenza della regione Caldoro, che gli ha giocoforza “soffiato” la poltrona) questa volta era duro da digerire.
Sembrava proprio che i finiani, cosi come l’Udc, al centro di contese tra la corrente del presidente della camera e quella del presidente del consiglio, stavolta non fossero propensi a turarsi il naso , non votando la sfiducia al sottosegretario campano.
Tralaltro l’incompatibilità tra lega e Udc ribadita dal carroccio non consente, nonostante i numeri, una rapida sostituzione dei finiani congl i scudocrociati di Casini, e l’ipotesi di un governo di unita nazionale aperto a tutti, PD incluso, come proposto da Casini non piaceva a destra, ma men che meno a sinistra.
Lo spettro di nuove elezioni si avvicinava fortemente, ma Berlusconi, con una mossa un pò a sorpresa, un Coup de teatre, in stile prima repubblica, chiama a colluquio Cosentino e gli “chiede la testa”, prima che fosse presentata la mozione di sfiducia.
In questo modo i finiani non sono costretti a tradire il voto degli elettori, e tutti nel centro destra vissero felici e contenti, almeno fino alla prossima porcata.
Quelli che pero non festeggiano sono i finiani piu “radicali”, come Bocchino, che hanno perso la loro occasione, l’Udc che non puo fare il salvatore della patria, ma sopratutto Idv e PD che non si stancavano di gridare alla fine del governo Berlusconi, che invece rimane li vivo e vegeto a fare i suoi programmi ( o i suoi danni come direbbe l’opposizione)
Ad ogni modo bisogna riconoscere le capacita di coesione del premier, difficilmente se la cosa fosse successa dall’altra parte si sarebbe salvato il governo, anche perchè non si riescono a mettersi d’accordo in campagna elettorale, figuriamoci al governo.
Ma è proprio la coesione la chiave del futuro della politica italiana: è possibile che Berlusconi, metta una pezza ai problemi della maggioranza fino al termine del mandato, ma dopo che succederà?
Viene difficile pensare che i Finiani alla prossima tornata elettorale corrano ancora insieme al PdL: è piu probabile un avvicinamento all’Udc e magari a Rutelli e agli ex-Margherita, ma i numeri non basterebbero a governare il paese.
Un’allenza col PD sarebbe strana e difficile da digerire, anche cercando di fare fuori l’Idv, ma sopratutto poco duratura, visto che gia il solo PD è un fiorire di correnti e correntoni, a cui se ne aggiungerebbero almeno altre tre non troppo vicine tra loro.
Il Pdl senza Fini e senza Udc , visto che Casini e Bossi non potranno stare sotto lo stesso tetto, ma con la Lega, a meno di altri colpi di scena, è difficile che ripeta l’exploit delle ultime elezioni.
In piu questo sgretolamento di una parte del Pdl alle urne si fara sentire sul risultato del Pdl, perche viene meno quell’unità che ha sempre caratterizzato il partito di governo e che ha permesso di stravincere sul PD che non l’aveva.
Se poi aggiungiamo che comunque rivotare le stesse figure stanca, che il governo nonostante tante buone azioni, ha fatto piu di una cappellata, che Berlusconi ormai è in età da pensione, che difficilmente all’interno del Pdl si potra trovare un nome nuovo con lo stesso appeal di Berlusconi che lo sostituisca, la sicurezza del Pdl si sgretola.
Questo significa che a meno di qualche novità importante, o di qualche nuovo lampo di genio, il bipolarismo finirà con questo governo, tornando all’epoca delle alleanza e dei partiti e partitini, dato che il collante Berlusconi, l’unica cosa che è riuscita in questi anni a tenere insieme sia la maggioranza che l’opposizione, probabilmente avrà meno presa.
Beh non ci resta che dire Sivio, salvaci (ancora una volta) tu…
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