Aggiungi un posto a tavola che c’è un parente in più
Se scrivessi questo articolo su Corriere, Repubblica o altre testate a livello nazionale, molto probabilmente andrei incontro a critiche feroci: ma su Moschebianche me lo posso permettere.
C’è un fenomeno, nella politica italiana degli ultimi anni, che proprio mi dà alla testa e che trovo disgustoso: la candidatura offerta ( e quasi sempre accettata) a congiunti di vittime illustri.
Premetto subito che non si discutono le qualità intellettive, politiche, morali o etiche di queste persone, tuttavia penso che sia quanto meno di cattivo gusto offrire e costruire una carriera politica sul fatto di aver avuto in famiglia o tra le proprie conoscenze una persona deceduta in circostanze drammatiche.
Rinfreschiamo la memoria ai nostri lettori: negli ultimi anni sono entrate in politica la moglie di Massimo D’Antona, la moglie di Nicola Calipari, la madre di Carlo Giuliani, la sorella di Paolo Borsellino, Giuliana Sgrena (che da Calipari fu protetta a costo di lasciarci la pelle) e, a breve, avremo la fortuna di avere tra le fila dei nostri politici anche il signor Englaro.
Ripeto, non metto in dubbio l’assoluta moralità e capacità di queste persone, ma permettetemi di nutrire qualche dubbio sull’opportunità e il buon senso di salire sul carrozzone politico a cadaveri ancora caldi….
Serpico (collaboratore)
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