Assassinate gli assassini

Assassinate gli assassini

“Li manderemo a morte”.
No signori, questa che ho riportato non è una frase di Stalin, ne la sentenza d’un tribunale dell’inquisizione, ne tantomeno il desiderio dei pianificatori dell’olocausto. A pronunciare queste parole è stato Barack Obama, presidente degli Stati Uniti e neoeletto premio Nobel per la pace 2009.
Proprio lui, il primo presidente nero (o come dice B. abbronzato), che, appena eletto, con al seguito la moglie Michelle, passava tra ali plaudenti mentre tutto il mondo si commuoveva (compreso chi vi sta scrivendo).
Io già allora scrissi: “Non dobbiamo aspettarci da Obama la risoluzione di tutti i mali del mondo, non dobbiamo credere che un uomo solo possa dare una spinta dato che ancora oggi nel 2009 siamo indecisi se scegliere tra medioevo e futuro, ma dobbiamo attenderci un’accrescimento culturale, eliminare i pregiudizi e tagliare i ponti con quel passato fatto di nazionalità e di culture “indigene” costruite sull’ignoranza”.
Caro Obama, hai toppato.
Per cercare di capire quanto sia anacronistica la cultura della pena di morte americana, dobbiamo andare alle sue origini, che poi furono le origini della formazione dello stato americano. Era l’11novembre 1620 e la famosa nave “Mayfluour” (partita dal porto di Plymouth, in Inghliterra, il 6 settembre) buttava le cime sul porto di Cape Cod, negli attuali Stati Uniti. Dei 102 “padri pellegrini” che sbarcarono in America per cercare una libertà religiosa che nella propria patria non avevano, l’ottanta percento era composto da avanzi di galera, ma l’altro venti percento era formato, da “uomini di chiesa” che non vollero sottostare all’egemonia Cattolica. Essi non si imbarcarono nel continente per saccheggiarne le ricchezze come facevano gli spagnoli e i portoghesi in Messico e nell’America del Sud, ma bensì per costruirvi una società nuova e libera. Gli avanzi di galera, in tasca, avevano la pistola, i religiosi la Bibbia Calvinista, la quale, a differenza di quella Cattolica, esige dai suoi fedeli il taglione, basata sulla concezione di un Dio giustiziere che esige la morte di chi senza motivo la dà.
Ecco come è nata la pena di morte in America.
Sono stati questi (o meglio, i loro discendenti e i loro pastori) a far nascere il primo germe religioso in America, e sono sempre questi a fare la rivoluzione e a proclamare l’indipendenza, sempre, su questi principi che stanno alla base, alla radice della cultura americana. Si uccide per legittima difesa.
Anche nella cinematografia americana, chi uccide per legittima difesa è un eroe. Senza questa morale, ormai entrata nel sangue degli americani, sarebbero riusciti, la minoranza dei padri pellegrini armati di sola Bibbia, ad aver ragione su una maggioranza armata di pistole?
Da questa breve ma intensissima storia del continente americano nasce il loro amore per la pena di morte, sta nella loro cultura, nel loro “pensare comune”, nella loro vita. Ecco perché sono le giurie popolari a infliggere la pena capitale.
Il popolo, noi lo conosciamo, a scanso di pochissime eccezioni è sempre apologeta verso il potere costituito, e, a meno che, non sia quello stesso potere a suicidarsi, è raro che i rivoluzionari gli puntino una pistola alla tempia. Quindi se in America si vuole abolire la pena di morte, questo desiderio deve partire da chi sta in alto, da chi ha facoltà di imporre un obiettivo preciso. Questa infamia della pena massima, non verrà mai rovesciata dal popolo, poiché quella è la loro cultura, e i popoli amano le proprie culture.
Molti di noi quel famoso 20 gennaio 2009, hanno sperato di poter vedere un’altra America, magari quell’America che era stata di Martin Luther King, Spike Lee, Daniel e Philip Berrigan, di quell’America che non guardava gli eventi e la storia dall’alto della sua infinita potenza e arroganza, ma di quell’America, che sapeva abbassare lo sguardo.

Stefano Poma (collaboratore)

5 comments

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hugenin

Ben svegliato.

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Michele Pisano

Ottimo Stefano. Rimango molto deluso anche io. Il presidente degli Stati Uniti è costantemente ricattato dalle varie lobby che lo hanno mandato alla Casa Bianca.

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MisterSil

Allora anche per questa volta niente alba di un mondo nuovo, niente palingenesi. E tutto per colpa di quei puzzolenti e ignoranti del popolo becero…ah, modo infame!

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giodex

Va bè aspettiamo il prossimo presidente …. magari sarà un italo-americano, cosi’ saremo a posto!!

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Cristal

srvcie:Mamma mia, ai Maya piaceva tanto la matematica. Io fossi stato in loro avrei preso una moleskina e ciao.Ciao Matteo e…buon countdown!

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