Caro nemico ti scrivo, lettera aperta a B
Caro B,
ti confesso che solo ora l’ira verso quello che oggi è accaduto, mi si va a placare.
Appena ho visto il tuo viso insanguinato, uno sdegno profondo mi ha colpito, e, fatto vergognare di appartenere a della gente capace di compiere dei simili gesti.
Non solo il gesto di quello squilibrato che ora viene issato a martire, ma di tutti quelli che lo pongono sull’altare come un eroe.
Ti prego, perdonali poiché non sanno quello che fanno.
Loro non sono tuoi nemici, sono solo dei badanti che aiutano il movimento della piazza a compiere quei gesti estremi, stupidi e ignobili, che sconfinano dall’animo umano.
Io sono triste, molto triste, non solo perché hanno ferito con il più pessimo sistema squadrista un essere umano, ma perché, hanno toccato il mio miglior nemico.
Loro non sono tuoi nemici veri, consapevoli di quello che fanno, io si.
Credi a me, è meglio avere un nemico vero che un amico falso, e su questo credo i nostri animi vadano paralleli.
Spero ti rimetta presto in senso, per continuare il tuo lavoro di sparaballe, che per me, è il pane quotidiano, e della cui mancanza, ne soffrirei.
Questa mia è stata priva di censura, ho voluto parlarti della solidarietà che provo per te in questo momento, e, come diceva Edda ricordando piazzale Loreto e l’esposizione del cadavere del Duce:“quando hai amato tanto una persona, in quel momento lo odi, e nello scempio di piazzale Loreto io sono convinta che c’era ancora una forma d’amore”.
Io non ti ho mai amato, ti ho sempre odiato con sincerità.
Spero ti rimetterai in fretta, nemico mio.
Stefano Poma (collaboratore)
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