Cento due milioni e cinquecento mila euro
Con 102,5 milioni di euro comprerei una villa a Miami, comprerei la mia azienda e licenzierei tutta la dirigenza, continuerei a vivere come se non avessi vinto niente o starei in viaggio tutto l’anno intorno al mondo, farei un sacco di beneficenza… queste più o meno le frasi di fantasia che si sentono in giro in tempo di Superenalotto ultrasuperextra milionario.
Per cambiare la vita di un italiano medio e dei suoi figli e dei figli dei suoi figli basterebbero 20 milioni di euro ma sì, diciamo pure 50 milioni per prendersi un margine buono di sopravvivenza e allora, questo montepremi non sarà un po’ troppo elevato?
Sarà il caso di porre un tetto alle vincite? E’ un quesito che si pone ogni volta che la quota raggiunge queste vette.
Supponiamo di mettere un tetto intorno ai 50 milioni di euro, dei restanti 52 milioni e spiccioli che avanzano che se ne farebbe? Beh di opere meritorie ce ne sarebbero a bizzeffe però si pone anche un’altra questione. Sarebbe giusto non dare ai cittadini che giocano un montepremi costruito con i soldi dei cittadini stessi?
Uno Stato che su 100 euro incassati già adesso ne guadagna 49,5 ovvero più di qualsiasi altro stato che propone un gioco a premi nel mondo è giusto che disponga anche di un’eventuale cifra eccedente un tetto imposto?
Nel mondo dei sogni sarebbe bello che chi o coloro che vinceranno questa montagna di euro pensino da soli a fare un po’ di beneficenza senza che sia lo Stato, ancora una volta, ad intervenire ma sarebbe forse ancora meglio se il nome del vincitore fosse pubblico, come nelle lotterie multimilionarie in USA, forse aiuterebbe ad assumersi maggiori responsabilità e anche a pagare le tasse. Perché l’anonimato? Una complicità dello Stato? Un modo per rispettare la privacy?
3 comments