Champions League: l’eco dei fischi

Un commento sui sorteggi dei gironi di Champions League bisogna pur farlo, vista la precisione chirurgica con cui sono stati estratti i bussolotti. Quel che si poteva solo immaginare, incredibilmente si è avverato: subito Inter – Barcellona e Milan – Real. I campioni transfughi verso l’Eldorado iberico e l’usato sicuro approdato sui navigli. Come verranno accolti? Vediamo un po’.
Kakà: mi aspetto applausi a San Siro per Ricardino. Certo ci sarebbe da rimproverargli quel bacio alla maglia dal balcone a gennaio, quando sicuramente già sapeva che rifiutava oggi il Manchester City per dire sì domani a Florentino Perez. Le operazioni di quel calibro non si fanno dall’oggi al domani, gli interessi in gioco sono innumerevoli. Comunque siccome la prova provata non esiste, rimane che il brasiliano è stato ceduto dal Milan per risanare il bilancio, mentre lui sognava di diventare il nuovo capitano rossonero dopo Maldini. Questa la favoletta ufficiale, nessuna menzione all’ingaggio stellare e alla fiscalità benevola. Quindi applausi per Kakà e fischi per Berlusconi (ma si presenterà allo stadio?).
Huntelaar: quando entrerà gli ultimi 5 minuti del match magari per sostituire matusalemme Inzaghi, al Bernabeu si guarderanno come per dire Untelhar? e chi cazz è? il figlio di Attila? dopotutto a quelle latitudini hanno CR7 diventato CR9.
Ibrahimovic: spero rinforzino i pilastri del Meazza perchè mi aspetto venga giù lo stadio appena Zlatan toccherà il prato verde. Il mercenario si stamperà in faccia quel sorrisetto smorfioso, e rifilerà una doppietta su imbeccata di Messi alla Beneamata. Oppure si farà espellere, fate un po’ voi. Comunque gli interisti sono dei boccaloni, l’indole dello svedese era ben chiara basti vedere la fuga da Torino al primo accennar di tempesta. In realtà ci sarebbe anche il blaugrana Maxwell, ma nessuno lo rimpiangerà.
Eto’o: lui si che verrà accolto con i mazzi di fiori al Nou Camp. A fronte di una caterva di gol in tutti questi anni di Liga e Champions, è stato non tanto gentilmente messo alla porta da Guardiola. Dopo qualche reticenza, si è messo l’anima in pace ed è andato alla corte di Moratti. Dopotutto meglio esser apprezzati all’Inter (con sostanzioso ritocco d’ingaggio) che rimanere a dispetto dei santi. Per Thiago Motta, stesso discorso fatto per Maxwell.
Commento all'articolo