Chi è senza peccato, scagli Di Pietro
Girava tempo fa nelle nostre tv, uno spot, poi censurato da B. nel 2002, il quale mostrava una seduta parlamentare in cui fra varie riforme (addirittura della giustizia, così grida un deputato) e litigi, scendeva dalle scale di Montecitorio un uomo affetto da alzheimer, il quale discesa la scalinata, con le braccia rivolte al cielo, a ‘mo di Tarzan nella giungla, lancia un grido. Lo stupore dei “rappresentanti del popolo”, nello spot, fu unanime. “Ma chi l’ha fatto entrare?”. Mentre l’uomo viene gentilmente accompagnato all’uscita, la voce dello speeker scandisce che “quest’uomo è malato di alzheimer, le istituzioni (sono malate) di una malattia ben peggiore, l’indifferenza”.
In questi nostri giorni assistiamo allo stesso quadretto, solo che quell’uomo, ora, ha un nome e un cognome. Si chiama Antonio Di Pietro. Nessuno lo vuole. Nemmeno i suoi compagni di banco del centrosinistra, che anziché fare fronte comune contro B., che ormai viene salvato dal precipizio soltanto perché tenuto per i capelli da Bersani e da D’alema, una joint venture rossa, per cercare di perdere ancora quei pochi elettori del PD. Difatti quando Tonino ha detto “Il 5 dicembre, tutti insieme, scendiamo in piazza per manifestare contro le politiche di questo governo che lascia per strada migliaia e migliaia di lavoratori, che fa chiudere aziende tutti i giorni ed annichilisce le funzioni del parlamento, utilizzandolo solo per fare leggi ad uso e consumo del presidente del consiglio e della sua lobby piduista”. Come avrà risposto il leader dell’opposizione alle richieste d’un altro partito dell’opposizione per manifestare contro il leader della maggioranza?
In un paese normale avrebbe detto “ma certo, volentieri caro Tonino, diamoci la mano e sfiliamo per le strade con i nostri carri, mobilitiamo tutti, faremo più casino che in un gay pride”, pur di attirare l’attenzione avrebbero perfino sfilato in perizoma. Ma siccome noi non siamo un paese normale Bersani ha risposto: “Noi facciamo le nostre manifestazioni. Noi, lezioni di antiberlusconismo, non le prendiamo da nessuno, il più antiberlusconiano sarà quello che riesce a mandarlo a casa, non quello che grida di più. Lezioni di quel genere a noi non ne fanno”.
Esatto caro Pier, lezioni a voi non può darne nessuno, soprattutto, su come perdere elettori e elezioni. Del resto che ha fatto Di Pietro per il PD? Ha avuto troppa confidenza nel rivolgere quell’invito al compagno Pier. A Pier piace B. Lui si che ha fatto qualcosa per il PD. Aveva perfino promesso a D’Alema (prima delle primarie finte) che se avesse appoggiato Bersani gli avrebbe garantito il ministero degli esteri europeo. E noi sappiamo quanto siano credibili le promesse di B., no? Nel frattempo che la destra annaspa, la sinistra lo incita all’ultimo sforzo, all’ ultima fatica, all’ultima goccia di sudore, per fare l’ennesima porcata, e cioè quella della privatizzazione dell’acqua, che gentilmente verrà concessa da B. ai suoi amici mafiosi, che, devono essere ripagati del favore che hanno fatto a B. nel 94 facendogli vincere le elezioni.
E quando in aula, un Tonino pomposo, porta in evidenza queste questioni, Bersani and friend, anziché incoraggiarlo e aiutarlo all’opposizione, preferiscono far orecchie da mercante, come i deputati con il malato d’alzheimer nel vecchio spot.
Povero Tonino.
Stefano Poma (collaboratore)
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