Donna oggetto (di strumentalizzazioni)

Donna oggetto (di strumentalizzazioni)

Molti lettori, grazie a Dio, hanno cose ben più interessanti da fare che seguire le beghe tra giornalisti e giornali o tra personaggi dello spettacolo, però una vicenda merita di essere raccontata anche perché in qualche modo riguarda anche noi del mondo di Moschebianche.
Questa settimana è scoppiata una diatriba tra Gad Lerner e Antonio Ricci, l’ideatore di Striscia la Notizia e storico padre della trasmissione cult Drive In.
Gad “scribacchino-di-prodi” Lerner ha accusato il papà del Gabibbo di essere stato lui il primo a dare sfogo alla mercificazione della donna con le pettorute di DriveIn, agli albori della TV Commerciale e con il velinismo oggi.
Insomma secondo Gad il satiro di Canale 5 è il vero colpevole alla lunga anche del concetto della donna che ha Berlusconi e che hanno gli italiani per colpa sua.
Naturalmente da sponda Striscia hanno fatto notare che Lerner scrive su Vanity Fair che ha meno donne discinte solo rispetto a Novella 2000.
Ovviamente tra i due la polemica non si è fermata qua, Ricci ha la lingua che ha e l’Infedele non le manda certo a dire.
Poteva Repubblica rimanere fuori dalla questione? Ma quando mai!
Con l’arrivo poi della battuta (cafona, non ci stancheremo mai di ribadirlo) del presidente del Consiglio nei confronti di Rosy Bindi è iniziata la solita stucchevole raccolta di firme, la stampa delle magliette con la frase che la Bindi ha pronunciato in risposta a Berlusconi a Porta a Porta e altre amenità varie.
La battaglia contro la mercificazione della donna è iniziata, e Repubblica se ne è fatta paladina.
Qualcuno giustamente ha fatto notare una cosa che noi navigatori sappiamo benissimo, una dritta che conosciamo da tempo.
Il sito web di Repubblica non è parco nell’allestire gallerie fotografiche nella colonna destra che farebbero impallidire anche le riviste patinate del vegliardo Heffner. Un florilegio di tette e culi lucenti, magari a volte mascherati da rassegne fotografiche o mostre d’arte ma pur sempre gnocche nude, e quando dico nude intendo anche a volte il nudo integrale.
Ripeto, anche i più antiScalfari, antiDavanziani e antiEziomauriani uno sguardino alle gallerie di repubblica.it ce lo ammollano.
Insomma una palese mercificazione del corpo della donna in modo così facile e scontato non può albergare tra i pixel di un sito che si fa paladino della purezza femminea.
Che hanno fatto i webmaster simpaticoni di repubblica.it?
Hanno ripulito la colonna destra, tanto che per due giorni si sono viste solo foto rassicuranti e dove c’era una donna era vestita o accompagnata da bambini in un candore che al confronto le pubblicità del Mulino Bianco sembrano videoclip di Marilyn Manson.
Risultato? Negli ambienti della Grande Rete si dice che il sito abbia perso in termini di click circa un terzo del suo patrimonio.
Avevate dei dubbi? Si sa che il nudo tira parecchio, in tutti i sensi del verbo tirare e il vecchio detto che un pelo di un certo tipo tira più di un carro di buoi trova piena conferma.
Ma veniamo a moschebianche.com.
Anche noi ad un certo punto ci siamo posti questo problema, abbiamo studiato diverse soluzioni possibili e poi abbiamo fatto una scelta, che come sempre è una scelta di compromesso.
Abbiamo deciso di non pubblicare più nella colonna destra foto di Gad Lerner.

1 commento

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Damiano

Con me sfondi una porta aperta: ne ho le tasche piena di questa ipocrisia.
La vogliamo dire una cosa?
Moltissime donne sono BEN contente di essere fotografate, truccate, svestite e finire in qualche gallery o cartellone stradale.
Un tempo c’era la gara per farsi fotografare a culo e altro di fuori da Helmut Newton ecc…
Su “Io Donna”, il settimanale femminile del Corriere della Sera, ogni volta mi devo sorbire gli articoli femministi di Marina Terragni, Maria Laura Rodotà e compagnia bella, che spesso trattano questo argomento, dimenticandosi che “Io Donna” non è proprio Popotus in quanto a certe foto o articoli….

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