Ecologia e interessi…
In questi giorni il più importante quotidiano più diffuso dell’isola sta dedicando parecchio spazio all’annunciata chiusura di alcuni stabilimenti chimici da parte dell’ENI.
Non mi voglio soffermare sulla bontà o meno della decisione presa dal colosso petrol-chimico di casa nostra che comporterà, ahinoi, svariati licenziamenti tra i lavoratori, bensì sull’ipocrisia che emerge tra i consiglieri regionali e lo stesso Unione Sarda (per mezzo del suo direttore).
Le cose stanno così: non appena è giunta la notizia della serrata di questi stabilimenti, svariati politici di entrambi gli schieramenti hanno chiesto al Presidente della Regione Ugo Cappellacci di procedere contro l’ENI, chiedendo risarcimenti milionari per i danni ambientali che sarebbero stati causati in questi decenni.
La stessa cosa ha fatto il direttore dell’Unione Paolo Figus nell’editoriale di stamane, affermando che questi cattivoni continentali sporcano, appestano l’aria e poi ti licenziano pure.
Cosa voglio sottolineare?
Il semplice fatto che finchè queste aziende hanno fatto lavorare i sardi, i politicanti isolani e il quotidiano sardo non hanno avuto nulla da dire sull’inquinamento e i danni smisurati che vengono recati all’ambiente dalle varie fabbriche, aziende e raffinerie ecc…
Con la perdita dei posti di lavoro invece, tutti si sono riscoperti come assoluti sostenitori ecologici.
Morale della favola?
Se mi darai posti di lavoro potrai inquinare tranquillamente, se chiudi lo stabilimento mi devi pagare i danni ambientali….
Che dire, uno strano modo di fare ambientalismo….
Serpico (collaboratore)
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