Etica, politica e toghe
La bocciatura del nodo Alfano ha accontentato non solo i semplici antiberlusconiani, che hanno festeggiato con trasporto probabilmente eccessivo, ma anche dalla gente semplice che lo percepiva come un cavillo a vantaggio di pochi, un fastidio, un privilegio ulteriore concesso alla casta. Non avendo l’intenzione di addentrarmi tra i cavilli e non volendomi nemmeno improvvisare in un azzeccagarbugli di manzoniana memoria, mi limito a parlare di quello che è: un problema politico.
Ad oggi i terrificanti motivi per cui il governo rischia di non essere pienamente operativo di fronte a crisi economica, calamità naturali, guerra in Afghanistan e presunte pandemie sono i seguenti:
- una presunta frode fiscale nell’acquisto di diritti tv per Mediaset nel ’94;
- la presunta corruzione di Mills pagato per non testimoniare contro di lui, dove bisognerà ricostituire il collegio, visto che il precedente ha condannato Mills e quindi non è più “neutro” rispetto a Berlusconi, non potendo più giudicare l’ex-coimputato. Ergo, nuovo processo. La difesa ovviamente rifiuterà che qualsiasi atto sia “importato” nel nuovo dibattimento, e si arriverà alla prescrizione. oltretutto manca poco anche con la sospensione del lodo Alfano;
- un’altra presunta frode fiscale perpetrata attraverso l’imprenditore Frank Agrama, fra l’altro regista (non a caso, direbbe qualcuno) del film di serie Z “L’amico del padrino“
- la presunta compravendita di senatori per far cadere Prodi, caduto tranquillamente da solo grazie alle indagini di De Magistris, ora eurodeputato dell’IDV.
Possibili soluzioni politiche? Oltre a turarsi il naso e finire regolarmente la legislatura, Io ne vedo solo due percorribili:
1) le elezioni (quella ottimale), dove Berlusconi perde e si leva dai coglioni. Ora, a parte le frequenti vittorie, c’è il piccolo problema che in Italia dai coglioni non si leva nessuno, nemmeno dopo disfatte rovinose. Ma – fanno notare in molti – Berlusconi non è un politico come gli altri, è un mascalzone, un pedofilo, ha pagato Lentini in nero, è una anomalia, è quello che è per cui bla bla bla. Perfetto, allora andiamo al punto successivo.
2) con le procedure politiche (maggioranza parlamentare; legge), si regolamenta finalmente e senza equivoci il conflitto d’interessi, possibilmente prima delle elezioni ed in modo astratto. Ovvero non una legge in cui manca solo da scrivere “Silvio Berlusconi” al posto dei puntini, ma una previsione che si possa applicare a una pluralità di casi. Per cui ad esempio nemmeno Renato Soru (nome a caso) si può candidare se non etc. etc.
Siccome questa legge l’attuale opposizione non ha voluto farla (e non ha voluto perché a farla seriamente avrebbe toccato interessi di casa propria), non c’era finora che l’opzione 1.
Ovvio che il voto non è un’ordalia che cancella qualsiasi macchia, ma non può nemmeno – se proprio si vuole continuare a fingere di credere alla democrazia – essere un gioco il cui risultato poi viene ribaltato da una burocrazia di dipendenti pubblici la cui unica legittimazione è un concorso, e che non rispondono letteralmente a nessuno del loro operato. Tanto più che si sa quanto durano i processi in Italia.
In attesa di mettere mano all’ordinamento giudiziario per spuntare le unghie ai pm battitori liberi, l’immunità pare indispensabile per garantire al governo (qualsiasi governo) un margine di operatività . Se no basta un De Magistris qualsiasi per dare il benservito a Prodi, grazie ad una inchiesta successivamente archiviata in silenzio qualche mese dopo, a corpo ormai freddo.
Non dimentichiamo che il Berlusconi politico, l’anomalia degli ultimi quindici anni e tumore della democrazia, è nato proprio grazie alle tagliole di pochi magistrati ed alla giustizia spettacolo che tra il 92 e il 93 hanno decapitato una classe dirigente. Il reuccio di Arcore si è limitato a creare un partito di plastica riempiendo il vuoto elettorale creatosi, ma l’humus ideale glielo ha creato proprio Di Pietro e colleghi.
L’anomalia italiana inizia da lì. E finché non si dirà la verità su quello non se ne uscirà .
Da “Etica e politica” di Benedetto Croce:
[…]L’onestà politica non è altro che la capacità politica: come l’onestà del medico e del chirurgo è la sua capacità di medico e di chirurgo, che non rovina e assassina la gente con la propria insipienza condita di buone intenzioni e di svariate e teoriche conoscenze. «È questo soltanto? E non dovrà essere egli uomo, per ogni rispetto, incensurabile e stimabile? E la politica potrà essere esercitata da uomini in altri riguardi poco pregevoli?». Obiezione volgare, di quel tale volgo, descritto di sopra. Perché è evidente che le pecche che possa eventualmente avere un uomo fornito di capacità e genio politico, se concernono altre sfere di attività , lo tenderanno in proprio in quelle sfere, ma non già nella politica. Colà lo condanneremo scienziato ignorante, uomo vizioso, cattivo marito, cattivo padre, e simili; a modo stesso che censuriamo, in un poeta giocatore e dissoluto e adultero, il giocatore, il dissoluto e l’adultero, ma non la sua poesia, che è la parte pura della sua anima, e quella in cui di volta in volta si redime.
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