Futuro e Libertà ma di fare cosa?
Il 7 novembre a Perugia si riuniranno i fondatori e i sostenitori della nuova compagine politica di Gianfranco Fini figlia della scissione dal PDL a seguito della burrascosa espulsione con tanto di conferenza stampa del premier durante la quale si sanciva l’incompatibilità delle esternazioni del Presidente della Camera con il progetto politico del Popolo delle Libertà.
La giornata è molto attesa perché ci si aspetta che Fini esprima il suo parere definitivo circa la collocazione del suo partito e dei rapporti che intercorranno tra esso e il PDL.
C’è chi dice che l’ex segretario di AN e cofondatore del PDL potrebbe addirittura chiedere le dimissioni del premier in seguito alle ingarbugliate recenti vicende scandalistiche e chi, forse più accorto, prevede che annuncerà un appoggio esterno al governo, formula comoda per non sembrare troppo cattivi e che comunque porrebbe il problema delle dimissioni degli attuali componenti del governo, ministri e sottosegretari, suoi seguaci e che difficilmente per il loro ruolo possono essere definiti “esterni”.
Al di là di questo di cui ampiamente ci si potrà occupare nei prossimi giorni, c’è stata la presentazione ufficiale del nuovo logo del partito.
In una foto di gruppo i “Futuristi” sfoggiano orgogliosamente la grafica del nuovo simbolo, Bocchino addirittura sulla scia dell’entusiasmo tecnologico degli ultimi tempi, tiene in mano a favore di obiettivo un iPad che visualizza il nuovo logo.
Di cosa si tratta?
Fondamentalmente di un cerchio diviso a metà, nell’emiciclo superiore su sfondo azzurro campeggia il cognome del capo a caratteri cubitali “FINI”.
Nell’emiciclo inferiore, su sfondo verde erba, la scritta con la denominazione del partito “Futuro e Libertà”.
La parte inferiore è leggermente spostata a svelare una piccola porzione sottostante dove campeggia il tricolore.
Come novello Dan Brown ho l’ardore di interpretare la simbologia nascosta nel logo.
Intanto c’è da dire che la grafica è molto in stile Web 2.0 con colori lucenti e sfumati tendenti al pastello e con una sorta di 3D che fa apparire il cerchio quasi come un disco. L’utilizzo poi dell’iPad nella foto ufficiale è un ammiccamento alle nuove tecnologie.
Il semicerchio superiore è azzurro per non abbandonare del tutto il riferimento alle origini recenti del movimento, costola del PDL e ancora prima di Alleanza Nazionale, il richiamo sembrerebbe più ad AN, troppo presto abbandonata, che all’azzurrognolo di Forza Italia.
La scritta cubitale con il cognome del capo è ormai una consuetudine che da anni vede funzionare bene dal punto di vista elettorale la personalizzazione del partito e su questo punto in futuro Fini avrà poco da dire circa la tanto vituperata personalizzazione della politica avendo egli inaugurato da presidente di un ramo del parlamento la “Camerizzazione” della politica (non si legga “cameratizzazione”).
Il semicerchio sottostante è leggermente spostato sulla sinistra rispetto a quello superiore e questo già la dice tutto circa il posizionamento politico di fatto di alcune idee del presidente e dei suoi discepoli ed è verde, di quel verde che può far pensare alla speranza, ai conti pubblici dello Stato, ad un prato verde antistante una villetta, che so a Montecarlo, o ad una svolta ecologista che in Europa è tradizionalmente a pannaggio della sinistra.
Lo spostamento a sinistra scopre una piccola porzione a falce (sic!) colorata di tricolore che non può mancare nel dna di un partito che vede nella sua tradizione il valore imprescindibile dell’Unità d’Italia e della Patria.
In sintesi un gigantesco pastiglione colorato, che a seconda dei momenti e delle strategie future può essere Viagra, Aspirina o addirittura cambiare forma in supposta, bisogna solo aspettare che si capisca cosa è questo partito e cosa vuole. Il grosso sospetto è che debbano capirlo anche loro stessi.
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