Gianfranco Rotondi
Teniamoci buoni i mille parlamentari. Non possiamo dargli l’aumento, ma almeno coccoliamoli, rassicuriamoli, non rompiamogli le palle se vogliamo arrivare al termine della legislatura.
Teniamoci buoni i mille parlamentari. Non possiamo dargli l’aumento, ma almeno coccoliamoli, rassicuriamoli, non rompiamogli le palle se vogliamo arrivare al termine della legislatura.
Con molto rispetto per il dissenso manifestato sulla mia intervista a Libero circa i tagli alla politica, vorrei precisare che essa non rispecchiava del tutto il mio pensiero visto che per ragioni di spazio l’intervista era stata tagliata. Sono grato a Libero che oggi recupera la parte del ragionamento mancante con un’altra intervista che mi permetto di inviare. Non sono così folle da esortare il governo a coccolare i deputati mantenendogli o aumentandogli privilegi. Quella era una battuta –magari infelice – per evidenziare lo stato di debolezza elettorale di un governo, come molti in Europa, legato al consenso parlamentare e non più per ora a quello elettorale. Sui costi della politica sono l’unico parlamentare che non si è sottratto al confronto con i cittadini più indignati perché credo che in una polemica vadano ascoltate tutte e due le campane. E posso permettermi questa impopolarità perché non ho barche, né ville, né faccio vacanze dorate, non uso l’auto blu, non ho mai preso un aereo di Stato. Prendo atto che il popolo ritiene rubato anche lo stipendio, quello previsto dalla Costituzione. Assolutamente lieto di aver aperto seppure in modo maldestro una discussione, ringrazio tutti quelli che vi hanno partecipato e assicuro che terrò conto anche delle opinioni più estreme per arrivare a una sintesi che sui costi della politica dia risposte un tantino più serie.
Cordialità,
Gianfranco Rotondi.
Ecco di seguito l’intervista a Libero quotidiano di oggi 2 luglio 2011
Ministro, Tremonti ha fatto sua la linea Rotondi sulla casta. Che effetto fa aver convertito il super ministro.
“Tremonti non si fa convertire da nessuno. A proposito: la volete finire di farmi passare come il difensore della casta? Ho difeso il Parlamento, non i .suoi privilegi. Sembrava che il governo minacciasse i deputati di togliergli la pensione vi rendete conto che manco Mussolini cominciò così?”.
Su Rotondi, non faccia il modesto. Ci dice come ha fatto a convincere Tremonti?
“Vuole la verità? E’ lui che ha convinto me. Ho spiegato che ai deputati restano quattromila euro e non i ventimila che si leggono su internet. Giulio mi ha mostrato la blogosfera invasa dalla protesta dei cittadini contro di me perché quattromila euro sono comunque troppi. I costituenti vollero tenere i legislatori al riparo dalle tentazioni dandogli la stessa paga di un magistrato di Cassazione. Oggi la gente ritiene che i politici si prendano la paga e magari cedano pure alle tentazioni.
Non pensa che i politici forse hanno qualche responsabilità se la gente pensa questo di loro?
“Forse il problema non è quanto guadagnano i deputati ma se è giusto pagarli. Ragioniamo senza tabù se non convenga tornare al passato quando fare il deputato era solo un onore. Se serve a riconciliare i cittadini con le istituzioni ci dobbiamo pensare”.
Come può il governo infliggere una Manovra lacrime e sangue agli italiani se non siete voi ministri e parlamentari i primi a dare l’esempio?
“Infatti saremo i primi a dare l’esempio. Io ed il ministro Romano abbiamo proposto di abolire lo stipendio dei ministri. Si da il caso che questa Manovra non è da lacrime e sangue, non mette le mani nelle tasche degli italiani esattamente come Berlusconi aveva promesso”.
Per ora. Nel 2013-2014, però, saranno dolori…
“Se verrà il tempo dei sacrifici, li faranno tutti, ma siamo fiduciosi che il sistema-Paese stia rispondendo e che si preparino momenti migliori”.
Come mai tutti predicano l’austerity e poi se la rimangiano quando si tratta di passare dalle parole ai tagli?
“Su questo punto lei ha ragione. Sulle auto blu dovevamo avere più coraggio. Le abbiamo ridotte, disciplinate. Vanno tolte di mezzo, punto. Ma i tagli non devono fermarsi ai simboli. Facciamo il federalismo, ma sono intoccabili venti regioni laddove venti anni fa la Fondazione Agnelli le ottimizzava a sette-otto. Annunziamo l’abolizione delle province e poi le teniamo. Continuiamo a produrre organismi ed autorithy che spesso non servono a nulla. Su questo, da ministro del Programma ora inizio ad alzare la voce. Altro che le pensioni dei deputati”.
Allora, se non voi, chi è la vera casta in Italia?
“Mi esorta a una guerra persa. Per la gente la casta siamo noi, anzi dopo l’intervista a lei la casta sono io. Sa quante proteste ha suscitato la mia intervista a Libero? Si tenga forte: 831mila”.
Addirittura …
“Quasi tutti hanno scritto che noi politici non meritiamo lo stipendio. Santoro va via dalla Rai con 2 milioni, alcuni magistrati e dirigenti dello Stato tra incarichi e collaudi prendono un milione di euro all’anno, i boiardi hanno appannaggi da capogiro ma la gente con loro non si indigna. Sa perché?”
Lo spieghi lei.
“Non ritiene biasimevole il risultato del loro lavoro. Non mi deprime l’impopolarità, ho il gusto di andare controcorrente, ma ho concluso che servono scelte radicali. Il rischio non è che perdiamo le elezioni ma che in fondo a questa frattura tra cittadini e palazzo sparisca la democrazia”.
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