Il fatto quotidiano
Oggi è uscito un nuovo quotidiano nelle edicole di tutta Italia. A differenza di quello che si legge in giro, ma non in tutti i quotidiani come abbiamo avuto modo di riferire anche qui su Moschebianche, la notizia non è costituita dalle firme che scriveranno, o perlomeno non solo da quello.
Certo un giornale dove scrivono Padellaro, Travaglio, Oliviero Beha, Luca Telese, Furio Colombo, Beatrice Borromeo, Gomez e si dice anche Massimo Fini, per citare i più noti, si preannuncia battagliero e non certo tenero nei confronti del governo ma nemmeno dell’opposizione.
La notizia non è nemmeno solo costituita dal fatto che senza uscire, solo annunciandone l’idea e una presunta data di uscita, ha superato nei mesi estivi la quota 25.000 abbonamenti e viaggia in questi giorni alle quote di 100, 150 abbonamenti all’ora e, credetemi, non è poco.
La notizia vera, secondo il mio parere, è che il Fatto Quotidiano sarà il primo (tra i giornali a livello nazionale usciti su carta stampata) a non avere un editore e quindi un padrone o una cordata di padroni.
E’ un giornale interamente autofinanziato dai giornalisti che ci scrivono e che, in alcuni casi, hanno abbandonato altre testate dove lo stipendio era sicuramente più consistente di quello che percepiranno d’ora in poi.
E’ un quotidiano indubbiamente tendente a sinistra, ma si dice negli ambienti che quelli che si riconosceranno di più nella linea editoriale saranno i dipietristi “duri e puri”, sarà antiberlusconiano ma non solo, sottrarrà parecchi abbonati e lettori all’Unità, Stampa e Repubblica (all’Unità ha già “rubato” anche giornalisti, a Il Giornale ha sottratto Luca Telese).
Chi si occupa di informazione non può che rallegrarsi della nascita di un nuovo quotidiano su carta in tempi molto bui per l’editoria e il giornalismo, tuttavia onestamente gli antefatti (“l’antefatto” è il nome del blog che ha preceduto l’uscita del giornale) non promettono bene dal punto di vista dello stile che sarà all’insegna della spallata al premier e al governo (sai che novità) e con una buona dose di retorica che non guasta mai: “la nostra linea editoriale sarà la Costituzione della Repubblica”.
Almeno l’inizio però è originale, infatti sul primo numero in edicola oggi se la prendono con Gianni Letta, insomma la prendono alla larga.
Interessante la dichiarazione di Padellaro, non ufficialmente il direttore ma diciamo uno dei principali fautori di questa avventura editoriale: “Non è vero che in Italia non c’è la libertà di stampa. La libertà di stampa c’è solo che i nostri colleghi non la sfruttano, noi invece abbiamo intenzione di sfruttarla appieno”.
Quanto durerà? Ad essere maliziosi almeno fino alle prossime elezioni.
Credo che ne vedremo, anzi leggeremo, delle belle o brutte, scegliete voi.
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