Il terremoto Bonino nel PD

Il terremoto Bonino nel PD

La candidatura per le prossime elezioni Regionali di Emma Bonino a presidente della Regione Lazio nelle fila del centrosinistra ha creato un vero e proprio cataclisma all’interno dell’ala cattolico-moderata del Partito Democratico , o meglio in quello che ne resta.
Due autorevoli esponenti della corrente cattolica, Carra e Lusetti, hanno annunciato ieri il loro abbandono e la confluenza nel partito del brizzolato centrista, cerchiobottista, unpiedeinduestaffista, furbo e opportunista Pierferdinando Casini, ovvero l’UDC.
La Binetti invece resiste, nonostante molti dei suoi colleghi di partito non vedano l’ora di liberarsene (e forse è per questo che lei rimane) mentre Rosy Bindi mormora ma non alza la voce, proprio adesso che si è ritagliata il suo spazio da sedicente “cattolica matura” e pasionaria del partito non le converrebbe crear problemi.
La questione che agita i cattolici di centrosinistra è facilmente immaginabile, Emma Bonino non ha mai nascosto, anzi ne ha fatto la sua cifra politica, le sue convinzioni anticlericali, profondamente abortiste, pro eutanasia e chi più ne ha più ne metta, una sintesi efficace anti-bonino può essere il pensiero di Giuliano Ferrara pubblicato anche su Moschebianche nella rubrica Verba Manent.
La questione, messa così, però ha dei risvolti grotteschi che gli elettori del centrosinistra faticano a comprendere (e non sarebbe la prima volta). Probabilmente dal punto di vista ideologico il problema non è tanto che il PD sostenga la Bonino che, giova ricordarlo, non è una iscritta al partito, ma il fatto che personaggi come Carra, Lusetti, Binetti e un po’ meno la Bindi, ci siano dentro. L’anomalia non è la Bonino appoggiata esternamente ma i cattolici presenti internamente al PD, netta minoranza che non hanno nessuna speranza di avere voce in capitolo tantomeno con Bersani segretario.
Per dirla brutalmente, per la maggior parte degli iscritti al PD se la Binetti se ne va fa a loro solo un piacere.
Emma Bonino d’altronde se dovesse vincere le elezioni e diventare presidente della Regione Lazio non dovrà nè legiferare su aborto o procreazione assistita o eutanasia o emanare delibere di demolizione di cattedrali o revocare i patti lateranensi, sono ben altri i problemi che dovrà affrontare primo fra tutti il lavoro di concerto con la provincia e il comune della Capitale in mano ad Alemanno.
Detto questo, un problema per il Partito Democratico rimane anche se un po’ mascherato dalla contrapposizione clericali-anticlericali ed è il fatto di non essere riuscito a proporre una candidatura propria.
Emma Bonino si è autocandidata ed è espressione del partito radicale che si può stimare quanto si vuole o averne simpatia e rispetto per la sua presenza rumorosa nel panorama politico italiano, ma non è che alle elezioni faccia bella figura, anzi spesso risulta in fondo ai risultati elettorali con percentuali risibili.
Emma Bonino è spuntata fuori mettendosi a disposizione del centrosinistra per sbrogliare una situazione nella quale nessuno voleva concorrere contro la Polverini.
E il PD guidato dal diesel Bersani che ha fatto? Ha abbozzato… “ma si, ci sta bene…” Non proprio un esempio di decisionismo.
La novità è che mai due donne e tantomeno di così particolare estrazione politica come la Bonino e la Polverini si sono affrontate per la carica di governatore della regione Lazio.
La situazione è incerta anche se leggermente a favore della candidata di centrodestra secondo la sensazione comune, l’unica certezza, comunque vada, è che il Lazio avrà un presidente donna e che probabilmente (mai dire mai) non ci saranno in futuro scandali transex.

3 comments

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Brian Boitano

non necessariamente non ci saranno scandali transex, volendo sarebbe possibile
specie la bonino essendo anticlericale magari…
🙂

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Damiano

Il fatto che il più grande partito di opposizione e il secondo d’Italia non sia stato in grado di candidare un proprio elemento, dovendo confluire sulla rappresentante di un partito che nemmeno siede nelle due Camere, la dice lunga sulla situazione comatosa nella quale versa il PD.
Comunque complimenti a Marrazzo perchè, inutile dirlo, al di là degli errori politici fatti in queste settimane sulla ricerca dei candidati, la colpa è ovviamente sua in quanto, senza le zozzate che ha combinato, sarebbe stato ricandidato con buona pace di tutti.

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MisterSil

Il “mal di pancia” dei cattolici del Pd per la candidatura della Bonino mi sembra più che giustificato. Mettetevi nei loro panni. E’ come se il PdL candidasse Travaglio

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