La custode di mia sorella

La custode di mia sorella

Solitamente i primi film della stagione,  appena rientrati dalle ferie, non sono un granche sia come spessore che per  interpretazione, ma quest’anno c’è da segnalare una gradita eccezione.  Si tratta de “La Custode di mia sorella”, film diretto da Nick Cassavetes, con Alec Baldwin e Cameron Diaz, stranamente impegnata in un ruolo drammatico.

Tratto dal romanzo omonimo di Jodi Picault, tratta la storia di una bambina nata in provetta per salvare coi suoi “pezzi di ricambio”, la vita della sorella malata di cancro, che una volta diventata adolescente si ribella a questa condizione di donatrice forzata, dalla tenacissima madre, interpretata da Cameron Diaz, intenentando una causa per ottenere l’emancipazione terapeutica, con l’aiuto di un’avvocato, interpretato da Alec Baldwin, anch’esso sofferente.

La storia, perfettamente ricostruita, a parte un filo logico troppo innestato di flashbacks, fa riflettere su tanti problemi: la tenacita di una madre che lascia la propria brillante carriera di avvocato per dedicarsi unicamente alla figlia malata, senza pero’ accorgersi dei problemi degli altri figli e delle loro volontà,  il dramma di avere un malato terminale in casa, e le dinamiche familiari che si instaurano,  il coraggio (o la stupidita per alcuni) di far nascere una figlia in provetta , sostituendo la natura con la genetica per trarne dei vantaggi, che si rivelano gioco forza, poco durevoli, per via di una malattia comunque impossibile da debellare continuamente,  l’amore tra due adolescenti malati terminali.

Insomma un pout pourri di emozioni, che fanno riflettere su dei temi, che si spera di dover vivere solo davanti ad uno schermo.
Veramente consigliato.

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