La sinistra magna-magna in Puglia
Purtroppo ci risiamo. La pratica italiota del voto di scambio, della mazzetta, e persino della sponda con la mafia non è morta con Tangentopoli. Tutt’altro. Stavolta ad esser beccati con le mani nel sacco è tutto il centrosinistra nella sua versione unionista, che in Puglia sembra aver avviato un bel sistema di finanziamento illecito ai partiti grazie agli appalti pilotati nella sanità. I partiti coinvolti, scritti in grassetto, sono:
PD, Rifondazione Comunista, Sinistra e Libertà, più altre liste locali.
Il mito di Nichi Vendola, il cui coinvolgimento diretto è ancora da verificare, sembra comunque definitivamente intaccato. Curioso come tutti gli alfieri del nuovo centrosinistra si stiano autoeliminando (vedere anche il caso Soru con Saatchi & Saatchi).
Ovviamente Di Pietro ha avuto buon gioco, accreditandosi come unica realtà pulita del panorama politico italiano. Il PDL invece sulle prime si mostra superiore e garantista, ben rimarcando invece come a parti invertite il giustizialismo di sinistra l’ha sempre fatta da padrone.
Come corollario alla vicenda, ora la facile ironia (o peggio il dietrologismo) sulla vicenda escort-Tarantini-Berlusconi si sprecherà. Chiunque abbia battuto quel tasto verrà additato come depistatore rispetto le vere questioni sul tavolo dell’inchiesta di Bari da cui solo incidentalmente è venuto fuori il nome del Premier. Non mettendo le mani sul fuoco sulle vere intenzioni del gruppo Espresso (non sono così ingenuo), credo che le due questioni vadano trattate separatamente dato che nulla hanno a che vedere tra loro. La grave vicenda della nuova tangentopoli pugliese nulla toglie alla vicenda di Palazzo Grazioli per come è stata trattata nei miei articoli. Spero ora non si finisca con un polveroso mischione in stile rugbistico, anche su Moschebianche in ossequio al nostro sottotitolo.
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