La tentazione di Berlusconi
Sembra che l’Abruzzo e il nostro Governo abbiano instaurato un gemellaggio fatto di scosse e fibrillazioni. Ogni giorno c’è qualcuno che adombra lo spettro delle elezioni anticipate, e chi conosce bene il Cavaliere (tra questi l’uomo con più nei sulla faccia della Terra) sostiene che anche Sua Emittenza sia combattuto tra una decisione di pancia come quella di far saltare il tavolo e veder che succede, ed una decisione di testa ossia far finta di porgere l’altra guancia. Mettere alla prova la pazienza di Berlusconi potrebbe essere un rischio visto che gli schiaffoni arrivano copiosi da più parti. Il fuoco amico è costante e non dà tregua, con Fini capofila. Dall’altra le più alte istituzioni della Repubblica rispediscono al mittente tutti i tentativi del Primo Ministro di smarcarsi da ciò che lo attende nelle aule dei Tribunali. Tutto questo bailamme è certamente un freno per l’attività di Governo, ma ci si è talmente abituati a vivere in funzione di Berlusconi che il centrodestra non può e non riesce ad immaginare un futuro senza questo arzillo nonnetto che gioca a fare il playoldboy. Anzi, i più attenti analisti di Moschebianche sostengono che il partito unico si frantumerà come un vaso di cristallo portandosi dietro il bipolarismo imperfetto all’italiana. Per l’uomo comune, quello che si guarda il TG masticando maccheroni al sugo e mozzichi di pane, è difficile capire come mai un cartello elettorale che ha stravinto le elezioni sembra in bilico tanto quanto l’arraffazzonata Unione del compianto Prodi fatto fuori dai suoi amici nanetti. Berlusconi è un fine stratega, tutti lo sanno, ed è capace della mossa a sorpresa che spiazza gli amici tanto quanto i nemici. In Parlamento è stato beccato con i suoi famosi sondaggi americani alla mano, a conferma d’esser più proiettato al futuro lui che i suoi più giovani sodali. E se ce ne fosse bisogno, a ribadire che di defilarsi dalla politica proprio non se ne parla. Quindi ogni decisione del Cavaliere sarà come sempre studiata a tavolino, analizzata fino all’osso in tutte le sue possibili conseguenze, non certo opera d’improvvisazione. Ma stavolta il gioco potrebbe essere davvero ad alto rischio: nuove elezioni lo vedrebbero ancora vincente? E se fosse, è immaginabile una vittoria più netta di quella che ha conseguito alle ultime politiche? Troppi interrogativi senza risposta che secondo me troveranno sfogo nell’agitare lo spauracchio sotto il naso di alleati vecchi e nuovi ma senza reale possibilità che davvero accada.
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