La tentazione di Sodoma
Nel mondo viscido e corrotto di quella razza mendace di uomini dalla dura cervìce che sono i giornalisti si è svolto un macabro olocausto la cui vittima offerta al dio dell’odio e della concupiscienza si chiama Dino Boffo, direttore del quotidiano Avvenire. Mentre nel racconto biblico di Abramo che si accinge a sacrificare il figlio Isacco è intervenuta dal cielo una mano angelica a trattenere la mano del patriarca già avvinta al manico del pugnale e diretta alla giugulare del giovinetto disteso sull’ara, in questo caso nessuno ha fermato la mattanza.
Il Santo Padre ha dimostrato immediatamente la sua vicinanza orante e attenta al pio evangelizzatore tormentato rinnovando la sua fiducia paterna ma non è bastato all’uomo di stampa per ritirare le sue dignitose dimissioni.
L’accusa di essersi macchiato del peccato che ridusse in polvere la città di Sodoma, peccato in abomìnio a “Io Sono”, Dino Boffo ha pensato bene di alleggerirsi dal fardello di una siffatta accusa per potersi difendere con la correzione fraterna all’affidamento alla giustizia divina e terrena.
Se in Feltri risiede il tarlo della calunnia, sia esso calpestato come si calpesta con il tallone la testa del serpente tentatore e venga lui additato dalla comunità come peccatore pubblico. Se invece risulterà che Boffo ha anche solo ospitato nella sua anima il pensiero di dedicarsi al peccato dei sodomiti, sia lui gettato dove è pianto e stridore di denti.
Evangelicamente parlando.
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