L’Era Glaciale 3 – L’alba dei dinosauri
Quando un franchise funziona, difficile che una major molli l’osso: eccoci al terzo episodio dell’Era Glaciale. La storia si svolge in continuità temporale con il secondo film; i due mammuth innamorati ormai attendono il fiocco rosa, la tigre vive una crisi esistenziale, i due opossum giocano il ruolo di allegri casinisti, ma quello che dà il via alla vicenda è come al solito il bradipo imbranato.
Sentendosi un po’ escluso dall’imminente paternità dell’amico mammuth, decide di adottare tre uova che poi si riveleranno di dinosauro. Facile immaginare come la mamma T-Rex andrà su tutte le furie e tornerà a riprendersi i rettilini, bradipo incluso. E così l’assortito gruppetto di bestie dovrà scendere sotto i ghiacci dove scopriranno un mondo perduto alla Conan Doyle. Ad aiutarli nell’impresa una temeraria faina dai modi spicci e dal fare picchiatello, incrocio tra Indiana Jones ed i Pirati dei Caraibi. Dopo varie disavventure che li porteranno ad affrontare giganteschi rettili, piante carnivore e cascate di lava, la delta force preistorica troverà il modo di salvare il bradipo e far ritorno in superficie. Il film si chiude con la nascita della piccola mammuth ed il più classico dei volemmose bbene che prelude ad un quarto episodio. Come tradizione la storia è inframezzata dai siparietti comici del buffo animaletto alle prese con la sfuggente ghianda, e per la prima volta con un esemplare femminile dal fare dolce ma infido.
I personaggi ormai son collaudati, le tematiche dell’amicizia e del far gruppo per superare le difficoltà già affrontate mille volte, e l’epica battaglia di Scrat con la ghianda senza una reale conclusione. Tutti elementi che rendono questo prodotto, come sempre molto ben confezionato, abbastanza scontato. Qualche buona gag, qualche sorrisetto qua e là, per il resto il film scorre tranquillo verso il prevedibile epilogo. Nessuna sorpresa, nessun cambio di registro, un pur sempre apprezzato ritorno a casa per i tanti afecionados della saga. Rimanendo tra i sequel l’ho trovato meno frizzante di Madagascar 2 (a mio parere migliore del primo) e certamente molto inferiore alla novità degli ultimi tempi, quel Kung-Fu Panda che ha avuto il merito di affrontare tematiche nuove come le arti marziali e relativi B-movie ironizzando con grande arguzia sulla “saggezza” orientale.
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