Litfiba: essere o sembrare?
Essere o sembrare. Ultimo sfortunato disco dei Litfiba di “Cabo” Cavallo, ma anche amletico dilemma della musica italiana. Litfiba, che sembra un gruppo ma non lo è da El Diablo. Litfiba, che sembra un gruppo rock ma non lo è da Spirito forse da Terremoto. Questo vuole essere un requiem per Filippo Margheri, giovane vocalist scomparso nel nulla così come dal nulla era apparso nel 2008. Di lui rimangono poche tracce, volubili come tutto ciò che appartiene al web: effimero ed immortale allo stesso tempo. Qualche foto di gruppo (con i veterani Renzulli e Terzani), una intervista timida timida ma piena di speranza e buoni propositi, un interessante video dal basso budget affidato al sito ufficiale (e reperibile qui su YouTube), una specie di EP (se ha ancora senso utilizzare le sigle classiche dei supporti fisici) chiamato Five On Line e disponibile in streaming con 5 canzoni registrate in presa diretta da studio, e due sporadiche uscite live. Di questa nuova reincarnazione dei Litfiba si sapeva poco, ma sembrava stesse lavorando ad un nuovo disco. Poi, come un male fulminante ed incurabile, il tracollo. A novembre il manager della band dichiarava lo scioglimento, causa la difficoltà di trovare una casa discografica che li mettesse sotto contratto. A metà dicembre l’annuncio bomba: reunion tra Ghigo e Piero Pelù. Tempi troppo stretti per non esser collegati tra loro, e per noi rimane solo immaginare la triste comunicazione con cui Ghigo avrà detto a Filippo che era out. E già s’udivano gli ueeeeeee oooooooo del Pierotten fiorentino. Il dibattito è aperto: chi dei due aveva più bisogno dell’altro? Pelù, dopo un iniziale successo sempre sulla strada del pop intrapreso già con Infinito, ha visto il proprio consenso scemare e gli ultimi dischi (seppur leggermente più rock) si sono persi nel vuoto. E’ rimasto il personaggio televisivo, riconosciuto anche da mamme e nonne ormai, rassicurante pacioccone impegnato nel sociale, lontano anni luce dagli insulti al Papa in Piazza e dal preservativo infilato sul microfono di Mollica, dai giornali bruciati sul palco, dalle mossette che strizzano l’occhio ad un blando satanismo, dalle invettive contro il politico di turno. Acqua passata, meglio il salottino della Ventura a Quelli che il calcio ed i duetti al miele con Anggun, divetta pop del momento. Ghigo si è tenuto il nome della band ed il vessillo di rocker. Ingaggiato Cabo e dei turnisti provenienti dall’underground fiorentino, ha sfornato in fretta e furia prima Elettromacumba (ancora leggermente fuori fuoco), poi l’ottimo Insidia ed il crepuscolare Essere o Sembrare. Risultati musicali discreti, risultati discografici disastrosi ed immeritati. Alla fine Renzulli e Pelù avevano bisogno l’un dell’altro, rimane da vedere se ne uscirà qualcosa di buono o dovremo sorbirci un Mascherina o un Sexy Dreams. A questo punto sarebbe da rimpiangere la Mr Hyde di Cabo, e persino la ruvida Effetti Collaterali del disgraziato FIlippo.
10 comments