Minzolini rilancia
Per capire bene la vicenda Minzolini, ovvero il direttore del Tg1 che periodicamente si affaccia dallo schermo, ormai quasi ovunque piatto, del televisore per recitare i suoi editoriali bisogna sgombrare un po’ il campo dagli equivoci.
Il ruolo del giornalista non è solo quello di informare nel senso di “dare la notizia” ma quello di mediare tra la notizia e le persone, masticare il cibo per renderlo più digeribile. Questo dal punto di vista teorico, dal punto di vista tecnico il tutto si traduce con l’indagine sui documenti cartacei, audiovisivi e informatici, con lo studio, l’esperienza sul campo, l’incontro con le persone e la capacità critica.
Quindi chi dice il TG1 deve solo dare le notizie e basta sbaglia. Non si capirebbe a cosa servano i quotidiani o i telegiornali, basterebbe un rullo di notizie che scaturiscono dalle agenzie di stampa, nude e crude, che scorrono a video e ognuno si fa la sua opinione. Chi è più scafato del settore sa che in realtà anche le notizie d’agenzia sono in parte riconfezionate anche perché la sola selezione dei fatti da trasmettere è una prima “opinione” editoriale.
Chi dice che il direttore del TG1 non deve fare editoriali sbaglia nel concetto stesso perché un giornalista ha il diritto di fare i suoi editoriali, tanto più se è direttore. Tra l’altro non è una cosa nuova visti i casi precedenti (Riotta, Lerner…)
Altro aspetto. Chi ritiene che gli editoriali debbano essere obiettivi in quanto fatti da un direttore del telegiornale della rete ammiraglia che fa servizio pubblico sbaglia a sua volta, perché l’editoriale quasi sempre è di parte, della parte di chi lo fa e delle sue convinzioni.
Il direttore è pagato anche per questo, si è fatta una campagna per la libertà di espressione e non si capisce perché debba essere libera quella di tutti tranne quella di Minzolini.
Lo dico perché l’articolata e pacata dichiarazione sul caso fatta dalla neo presidentessa del Partito Democratico Rosy Bindy è stata: “Minzolini la smetta!”
Sgombrato quindi il campo dalle pietre che gli scandalizzati a comando cominciano a raccogliere per scagliarle addosso al direttore del TG1 veniamo ai contenuti e all’opportunità.
Quello che è stato detto nell’editoriale di ieri sera in prima serata è vero? Si può rispondere a questa domanda solo per la parte dedicata alle dichiarazioni riportate di Ingroia che sono vere, confermate dallo stesso interessato con la ormai consueta formula “sono frasi estrapolate dal contesto”.
Per la seconda parte circa l’immunità parlamentare possiamo concludere che “Augusto Minzolini ritiene che sia opportuno reintrodurla perché è un istituto che fu previsto dai padri costituenti per equilibrare i poteri dello Stato”.
Ci sarà chi è d’accordo con lui e chi è contro, è una sua opinione che assume l’autorevolezza che ha un direttore del TG1, il fatto che alcuni non gliela riconoscano non toglie a lui la libertà di esercitarla.
Mettiamo il caso che le sue parole non siano ritenute valide.
Perché le dichiarazioni di oggi non sono del tenore “Minzolini ha detto bugie perché…” oppure “Minzolini ha detto fesserie perché…” oppure “non è vero che i padri costituenti hanno scritto questo ma…” e invece sono del tenore “Minzolini la smetta di fare editoriali…” e “si deve dimettere…”?
Questo dovremmo chiederci.
L’opportunità lascia perplessi, nel senso che ormai questi pistolotti a mezzo busto del Minzo sembrano quasi una ripicca per le reazioni scomposte dell’opposizione al primo che aveva fatto circa la vicenda D’Addario-Berlusconi.
La primissima impressione, quella che ho avuto vedendo ricicciare da dietro la scrivania l’ex cronista politico della Stampa è stata di sorpresa e mi ha fatto esclamare: “vedrai il casino domani sui giornali”, ma è normale questo? Non lo so, forse è anormale quanto gli editoriali o forse il susseguirsi di queste polemiche legate al mondo dell’informazione sono solo gli ultimi beep nei monitor in terapia intensiva e sul letto, intubato, sembra esserci il buon senso.
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