Misfatti Quotidiani
Finalmente anche io sono un felice possessore de Il Fatto Quotidiano, giornale diretto da Padellaro e coadiuvato dall’indignato speciale Marco Travaglio. In prima pagina c’è un bell’editoriale di Padellaro che ci ricorda come il sollevare lo spauracchio di Berlusconi non serva più, ci vuole il senso d’appartenenza per una opposizione civile. Travaglio se la prende coi nostalgici e i revisionisti che vorrebbero dedicare una via a Craxi. Il maggior responsabile di ciò sarebbe Berlusconi, capace di riabilitare persino Mangano.
La pagina due è interamente dedicata alle malefatte dell’inquinatore Formigoni e alla lobby di Comunione e Liberazione. Un riquadro in basso viene criticato Feltri e la Padania. A pagina tre l’ottimo Marco Lillo si occupa del covo del Sismi deviato, di Pollari, Don Verzè e Pio Pompa. Soprattutto di quest’ultimo si insinua che fece un servizio di favore a Berlusconi. Nomen omen?. Infine un riquadro in basso a sinistra le parole della Carfagna “punire chi va a prostitute” viene ricollegato al caso della D’addario. Il pezzo ad ogni modo è satirico. A pagina quattro si parla delle primarie in puglia. Per Antonio Massari la sinistra in puglia sarebbe stata uccisa non da corruzione e scandali, ma da guerre interne al centrosinistra.
A pagina cinque abbiamo una intervista a Parisi, il quale non riesce a scorgere una linea nella politica di Bersani. A pagina sei Borrelli, Di Pietro e Travaglio ricostruiscono la figura di Craxi: mancano solo le monetine. A pagina sette spazio all’autocritica: viene ripreso un editoriale di Flores D’Arcais sulla crisi di identità dell’IDV e cosa vuol fare nel prossimo futuro. Alle pagine otto e nove sono gli esteri a farla da padrona, si parla dell’attentatore del volo olandese, un copia e incolla del Washington Post sulla situazione iraniana, ed un trafiletto critico nei confronti del nostro ministro degli esteri Frattini. Il paginone centrale dieci e undici è tutto dedicato al popolo viola. A pagina dodici Beatrice Borromeo ci spiega il caso Ryanair, una pagina dopo Stefano Feltri esprime tutte le sue perplessità sullo scudo fiscale mentre la Perniconi parla della fuga di cervelli all’estero. In un trafiletto si parla della classifica dei primi 50 personaggi che hanno fatto la storia del decennio. Non c’è nessun italiano, ma soprattutto non c’è Berlusconi. A pagina 14 c’è una intervista al figlio di Giorgio Gaber. Si rimarca che Il signor G. aveva scritto una canzone estremamente profetica che parlava dell’intreccio tra mafia e politica.
Nella pagina seguente Peter Gomez sceglie il meglio ed il peggio del 2009. L’uomo più sexy è Brad Pitt, il meno sexy è Renato Schifani; la donna più sexy è la Zeta Jones, la meno appetibile è la Prestigiacomo. E così via. Nel trafiletto a destra si parla del ritorno di Bettega alla Juve e si accenna al processo di Napoli per calciopoli, chiosando che sarebbe bello se, seguendo lo stile Juve, la società torinese risarcisse per ottanta milioni di euro metà squadre del campionato italiano anche con una piena assoluzione o se venisse accertata la sua estraneità dei fatti.
Le successive pagine sono dedicate alla televisione ed al web. Un articolo contro Capezzone, contro i reality e sullo scivolone di Feltri sulla falsa foto di Kennedy. Si chiude con un Beha che si autocita e con le lettere dei lettori.
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