Napo presidente kapo

Napo presidente kapo

Mentre si dice che Berlusconi abbia il controllo di tutte le televisioni italiane come di consueto il presidente della Repubblica Napolitano, a reti unificate e noncurante delle libagioni del popolo ha esposto coram populo le sue ricercate banalità mentre con gli occhi scorreva il gobbo del Quirinale. Con una tempistica che mal si addice allo sbandierato utilizzo delle nuove tecnologie per le quali vige la durata massima di pochi minuti Napo si è affacciato anche dai monitor del popolo della rete. Su facebook già germinavano i primi gruppi istigatori di violenza contro il bonario faccione di quello che è il papà di tutti noi che suggiamo ai capezzoli turgidi della Costituzione Repubblicana di cui auspichiamo la modifica nella sua seconda parte. 8 settembre 1943 vergogna, vergogna, vergogna. Riecheggia dalle pareti damascate della sala ovattata del presidente partenopeo. Senza paura di nominare l’aggressione a Berlusconi foriera di foschi pensieri e accostamenti alla piazzale Loreto (for dummies), il presidente ha stigmatizzato le ultime violenze comparse sul panorama politico italiano. Nell’auspicare una serena e pacata tenzone politica tuttavia il presidente non si è discostato dalla solita linea di sonnolenta anestetizzazione delle istituzioni repubblicane che nacquero dal sangue grondante del granuignolesco scenario di piazzale Loreto. Tuttavia, pur fornendo al simpatico presidente le benevoli attenuanti generiche, non si può nascondere la polvere sotto il tappeto negando i barriti politici che si levano alti dalle proboscidi dell’indignazione. Un’ulteriore rettifica: Dio non è morto come cantavano i Nomadi ma è al Gemelli, lui sì al caldo.

Alessio Brumale (collaboratore)

1 commento

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The Professor

condivido in pieno le argute e interessanti affermazioni del sig. Brumale.

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