Nessuno tocchi Saviano
Non mi stancherò mai di ripeterlo: per certe questioni il problema più grosso non è il concetto o il ragionamento in sè che conta ma chi lo propone. In pratica il giudizio sul merito viene sovrastato dal giudizio sulla persona che lo espone.
Alcuni esempi pratici sono la riforma della giustizia, assolutamente necessaria viste le condizioni in cui versa la magistratura italiana, il problema è che a proporla con forza è Silvio Berlusconi, il premier in carica, che un giorno sì e un giorno no spara a zero sulla categoria dei magistrati (anche con qualche ragione) ma è, diciamo così, leggermente interessato all’argomento.
Il federalismo fiscale dovrebbe essere sostenuto con forza da tutto il parlamento visto l’attuale dissesto fiscale e istituzionale in cui versano le realtà locali ma a proporlo è un partito che si è radicato nel territorio inneggiando a Roma ladrona, in passato alla secessione e invocando ancora la Padania nei giorni in cui si celebra l’anniversario dell’Unità d’Italia.
E veniamo a cose più frivole e forse meno importanti anche se a livello mediatico fanno la loro parte. Basta con la retorica su Roberto Saviano, lo scrittore autore del best seller Gomorra. Giusto che venga protetto, giusto che venga riconosciuto il suo contributo nello svegliare le coscienze di fronte al cancro sociale della camorra, giusto solidarizzare con un giovane costretto ad una vita da scortato sotto minaccia di morte, ma lasciamo Saviano a Saviano. Basta con le strumentalizzazioni, con i sondaggi che lo propongono come guida politica, come panacea di tutti i mali del PD, come icona sostitutiva di un Che Guevara ormai sbiadito su bandiere, magliette e tatuaggi.
Un ragionamento che serenamente si può fare, perché Saviano pur degno di stima non può essere intoccabile, perché Gomorra da molti è ritenuto un capolavoro, da altri un buon libro e da altri ancora un’opera furba e molto redditizia, per altri ancora addirittura frutto di copiaincolla, e questo si deve poter dire, serenamente, senza essere considerati al soldo della camorra o servi del padrone.
Non mi pare lo voglia lo stesso Saviano che non ha mai espresso desideri di guida politica o di guru delle giovani generazioni e che anzi ha avuto modo, facendo inorridire qualcuno, di lodare l’operato del Ministero dell’Interno, di questo Governo per molti guidato da Belzebù, in campo di lotta alla criminalità organizzata.
Nessuno tocchi Saviano quindi per ferirlo o per usarlo come icona ideologica oppure che lo possano toccare tutti. Il problema è che queste cose, a modo suo, le dice Emilio Fede.
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