Nevica, governo spalaneve!
Maltempo al nord, nevica anche in pianura, a Trieste la lancetta è scesa a meno 15 gradi, nel regno dei leghisti ovunque siamo abbondantemente sotto zero e la neve scende.
Cosa c’è di più bello di un Natale in pieno spirito commercial coca-coliano? Il Babbo Natale, il freddo, i caminetti accesi, la neve che scende e in sottofondo la voce dei bimbetti delle pubblicità dei panettoni con le guance rosse ma non per gli schiaffi e nemmeno per il freddo ma perché gli hanno sfregato un mattone in faccia per renderli più teneri al pubblico?
E invece l’italiano medio si lamenta, si lamenta, si lamenta. “Come al solito in Italia…”, “l’inefficenza italiana…”, “è una vergogna”, queste le frasi che si sentono tra le file di auto bloccate a Milano, alle fermate dei bus ammantate di neve e negli aeroporti ghiacciati.
Eppure le abbondanti nevicate erano ampiamente previste e gli amministratori della città di Milano, ad esempio, avevano invitato i cittadini ma soprattutto quelli che vengono dai paesi limitrofi, a lasciare l’auto nei parcheggi di periferia e utilizzare i mezzi pubblici. Ma noi italiani ci arrangiamo comunque, pensiamo sempre che i consigli siano per gli altri e non per noi e siccome la pensiamo tutti allo stesso modo ecco l’imbottigliamento in città e gente bloccata per ore e ore.
Verrebbe da dire: e allora ben fatto! Se non fosse che a risentire di questo comportamento di alcuni prepotenti sono tutti i cittadini. L’esempio della capitale italiana della moda è quello più visibile ma ci sono anche altre città che hanno avuto seri disagi e anche al sud, in alcune località dove l’unica cosa bianca che si vede cadere d’inverno è la forfora, è sufficiente una acquazzone un po’ più intenso del solito per mandare in tilt il traffico.
Poco importa poi se in tutta Europa gli aeroporti sono bloccati e, andando a vedere i dati sul traffico ferroviario sorprendentemente noi siamo il Paese che ha avuto meno ritardi e blocchi, perché lo sport della lamentazione da noi veleggia ai livelli del calcio, sport nazionale.
Bisognerebbe spiegarlo ai viaggiatori francesi e inglesi rimasti bloccati sotto la manica come pantegane a causa dello sbalzo di temperatura tra l’esterno e l’interno del tunnel. Oppure ragionare sul bollettino di guerra diramato dalla Polonia che ha registrato la morte di 42 clochard, termine chic per chiamare i barboni, deceduti per assideramento.
In Italia abbiamo avuto i 400 viaggiatori intrappolati a Linate, impossibilitati sia a partire che a tornare a casa o in albergo perché le strade di accesso all’aeroporto erano bloccate dalla neve, ma loro hanno dormito al caldo e molti anche su brandine messe a disposizione dalla Protezione Civile.
Le mancanze da parte delle amministrazioni ci sono comunque state, come sempre e in alcuni casi alcuni viaggiatori, pur attenendosi all’indicazione di utilizzare i mezzi pubblici, quasi quasi venivano ritrovati sotto un metro di neve come la mummia dei ghiacciai e poi ci si è messo pure l’amministratore di Trenitalia che consiglia di prendere il treno con un maglione grosso e lo zainetto con i panini, decisamente fuori luogo.
In tempi in cui ci si straccia le vesti per il Global Warning è paradossale parlare della morsa del freddo (prima che i talebani del clima si scatenino preciso che il collegamento è puramente simbolico, uff) ed è anche divertente sentire uno degli automobilisti bloccati in fila a Milano invocare la presenza dei mezzi spalaneve, l’intervistatore non ci arriva ma sarebbe stato utile chiedergli dove dovrebbero passare i mezzi se lui e gli altri geni come lui hanno intasato le strade con la propria auto, pirla!
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