Quale Servizio, quale Pubblico

Quale Servizio, quale Pubblico

Ascoltando la conferenza stampa indetta dal Premier prima delle vacanze estive si ottiene conferma della sua incontinenza verbale e comportamentale, per quanto riguarda l’incontinenza fisiologica attendiamo un’inchiesta o un attento reportage di qualche rinomato quotidiano che ci illustri lo stato delle sue vie urinarie.


Il fatto che “nessuna televisione di Stato dovrebbe attaccare il Governo” può essere anche mandato giù come un dogma dai suoi aficionados, ma definire le reti rai e i loro tg come aggressivi pare proprio troppo.
Ancora una volta il premier ha prestato il fianco alle critiche quando sarebbe bastato fare l’elenco dei traguardi raggiunti dal governo con grande sfoggio di boria come solo lui sa fare e augurare a tutti buone vacanze. Come già detto, l’incontinenza, in quanto tale, non si può controllare.
Leggendo la riflessione fatta sulle dichiarazioni di Berlusconi riguardanti il servizio pubblico, espresse da Aldo Grasso in un interessante articolo oggi sul Corriere della Sera viene da chiedersi come sia o come dovrebbe essere questo benedetto “servizio pubblico” di cui in tanti si riempiono la bocca ogni volta che si parla di Rai.
In linea generale concordo con le conclusioni alle quali è giunto il critico televisivo ma non concordo con gli esempi (perarltro invocati dal premier stesso) con le tv di stato degli altri paesi e nello specifico la Bbc.
Credo che il servizio pubblico in Italia sia molto condizionato da quello che vuole il pubblico. Tutto il sistema televisivo italiano compreso quello pubblico, vive delle inserzioni pubblicitarie, nonostante gli introiti del canone, e questo significa che indirettamente vive di audience.
Il servizio pubblico, inteso tradizionalmente, nella maggior parte dei casi non porta audience. Gli stessi direttori di rete vengono giudicati a seconda di quanta pubblicità riescono a portare a casa.
La sintesi sarebbe che gli italiani hanno il servizio pubblico che si meritano, ovvero praticamente nullo.
C’è poco da fare, il pubblico (secondo alcuni a causa proprio dello stile televisivo inculcato dal premier con le sue tv commerciali) non apprezza i prodotti televisivi di un certo tipo ma è pur vero che non necessariamente le trasmissioni utili devono essere noiose, intellettualoidi e sempre con un filo di snobismo sottointeso.
Ci accontenteremmo di pagare il canone per una tv pubblica anche con qualche spot pubblicitario ma con dei buoni tg non lottizzati, dei buoni programmi di approfondimento sull’informazione senza risse e markette ai cinepanettoni o ai reality e qualche documentario degno di questo nome. Siete autorizzati ad esclamare: hai detto nulla!

1 commento

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giodex

devo dire sinceramente , senza SKY e quindi senza National Geographic, History e Discovery, è impossibile trovare documentari degni di questo nome in tutte le reti , sia rai che mediaset ….

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