Religiolus – vedere per credere

Religiolus – vedere per credere

Il termine Religulous è la perfetta crasi tra religion e ridiculous, che fin dal titolo rende bene le intenzioni del duo del regista Larry Charles (Borat) e del comico Bill Maher, da noi pressoché sconosciuto ma noto e apprezzato in America. Se qualcuno avesse ancora qualche dubbio sulle intenzioni dissacratorie della pellicola può chiarirsi ogni dubbio nel vedere la locandine con le tre scimmiette, che non vedono non sentono, non parlano e che rappresentano chiaramente le tre religioni monoteiste.

Religiolus (con questo titolo è stato incomprensibilmente distribuito in Italia) è girato sotto forma di documentario d’inchiesta, forma cara a Michael Moore, nel quale il comico si imbatte in figure bizzarre, religiosi sui generis, cogliendone l’aspetto ridicolo e le contraddizioni più palesi.

Vediamo quindi Bill Maher alle prese con fanatici religiosi di tutti i tipi: un portoricano che crede di essere il nuovo Gesù Cristo, dei mormoni redenti, gay guariti, un rabbino che non manca di apprezzare il presidente iraniano ahmadinejad, rapper islamici intolleranti e personaggi talmente bislacchi da sembrare costruiti. Ogni tanto si ride, ogni tanto ci si annoia, ma mai si assiste ad un vero scambio di idee che possa portare a qualche riflessione.

Dato il tema particolarmente succoso era probabilmente lecito aspettarsi qualcosa di più. Sebbene Maher usufruisca del montaggio e della possibilità di poter cogliere impreparato il proprio interlocutore, l’impressione che se ne ricava è che il film non punga, i momenti comici siano troppo dilatati, e che lo stesso comico Bill Maher commetta l’imperdonabile errore di prendersi troppo sul serio.

Non si spiega altrimenti il finale del film nel quale il comico ci ammansisce, vendendoci la sua religione del nichilismo e ammonendoci che le religioni e la voglia di trascendente dell’uomo siano da considerarsi il male assoluto, tralasciando quindi il relativismo, il fanatismo e la mancanza di tolleranza verso il prossimo che lo stesso Maher, pur non rendendosene conto, incarna alla perfezione.

Un film a tesi quindi, ma che non mancherà di scandalizzare i bigotti e gli sprovveduti e mandare in solluchero atei e agnostici, già disposti a mettere nel cruscotto il santino di Maher.

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