s.Darko

Qualche anno fa arrivò dall’America un film con delle credenziali piuttosto impegnative: il miglior film della storia del cinema dopo Quarto Potere. A giustificare tali scomodi paragoni era l’insolita via seguita dalla pellicola per arrivare al successo; pressochè ignorata al momento dell’uscita ufficiale, diventò un cult grazie ai piccoli cinema, all’home video e al passaparola dei fans per poi tornare dopo qualche anno sul grande circuito con una “seconda prima” che stavolta ottenne il meritato successo anche al botteghino. Il film in questione si chiamava Donnie Darko e trattava di viaggi nel tempo in modo non ortodosso, quasi lynchiano.

Discreta storia, ermetica al punto giusto da attirare l’attenzione ma non da meritarsi la medaglia d’argento della settima arte.

Hollywood vive in una crisi di idee senza precedenti ed il fenomeno della serialità ne è un evidente indicatore, ma addirittura proporre un sequel di Darko a sette anni di distanza mi è sembrato davvero un azzardo (o una profanazione). Della mia stessa opinione è stato il regista originario, che ha voluto fortemente dissociarsi dalla produzione di questo Samantha Darko.

Il risultato finale non è disprezzabile, seppur nettamente inferiore al primo episodio. Quel che dispiace è l’assoluta inutilità di questo seguito, che non aggiunge niente di nuovo anzi ricalca la stessa storia dell’originale e le stesse scelte stilistiche con l’aggravante di voler richiamare la mitologia di Donnie a sproposito. Uno dei tanti esempi rintracciabili è l’utilizzo della famosa icona della testa di coniglio, che se nel film originale aveva un riscontro nella trama qui è semplicemente una strizzata d’occhio agli spettatori ed ai fans. Peccato che proprio gli afecionados siano stati i primi a rigettare il progetto. Sconsigliato al cinema, può giusto valere uno sguardo se siete dei salmoni.

1 commento

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Damiano

Indubbiamente Donnie Darko è uno dei film peggiori che abbia mai visto.
Non mi stupisce per nulla che sia diventato un cult.

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