Se questo è un uomo
Da più parti gli editorialisti dei maggiori quotidiani italiani e anche di quelli esteri (ma molto meno di quello che ci vogliono far credere) si interrogano sulla parabola discendente della politica italiana nei termini della “caduta di un impero”.
Si può discutere ormai di tutto, del pubblico come è lecito e del privato di un politico come è il caso del nostro presidente del consiglio, che non ha mai fatto molto perché il suo privato spesso ingombrante non fosse gridato ai quattro venti.
Noi ormai ci siamo abituati ma se si prova un tantino a vedere il lavoro dei media su carta e tv con un po’ di sano distacco ci si accorge che lo stato in cui versa il giornalismo italiano è disarmante.
Il caso di Sarah Scazzi, dell’accanimento morboso per i particolari e le pochezze umane viene preso pari pari e applicato a qualsiasi settore dell’informazione, compresa la politica.
Se quindi si può prendere posizione circa l’opportunità o meno di titolare in prima pagina con il termine “bunga bunga” pur non avendo nessuna prova che questa presunta pratica orgiastica sia mai esistita o si disquisisce di questa o quella devianza sessuale, trovo assolutamente insopportabile che si costruiscano interi editoriali (ne è un esempio quello di oggi sul Corriere del bravissimo e da me stimato Galli Della Loggia) sull’umanità più intima di un uomo che, fino a prova contraria, i giornalisti o chiunque non sia in stretto contatto quotidianamente con lui non conosce.
Come ci si può permettere di dire che una persona è sola? Che non parla con nessuno? Che è desideroso di affetto e che ha costruito intorno a se dei mura all’insegna dell’asocialità più spinta arrivando alla conclusione che oltre alla sofferenza politica stiamo assistendo al travaglio sociale di un uomo solo?
Scrive Galli della Loggia in un passaggio: “Ma non aveva mai voglia quest’uomo di scambiare quattro chiacchiere con un amico vero, con una persona normale?” per poi concludere: “E sempre più quello che fu per antonomasia «un uomo solo al comando» ormai appare niente altro che un uomo solo e basta. Che forse neppure si rende conto ancora di esserlo.”
Ma cosa ne sa Galli della Loggia e tutti quelli a cui non basta analizzare politicamente o al massimo sulle ali del gossip la vita di un uomo, delle sensazioni interiori di Berlusconi? A parte che nel caso non ce ne fregherebbe più di tanto ma è giusto ingerire a tal punto sulla vita non più solo personale ma addirittura psicologica e intima di un uomo pubblico?
Forse si sta esagerando, forse è il caso di riprendere in mano la situazione e ricominciare, da parte dei giornalisti, a scrivere articoli sulle notizie senza improvvisarsi psicologi da quattro soldi anche perché, ripeto, se può avere una valenza pubblica (e secondo me non ce l’ha) il fatto che il premier faccia entrare notte tempo delle giovani sgallettate in casa sua non è ammissibile che lo si psicanalizzi sui giornali.
Secondo un recente studio basato sulle notizie pubblicate sulla carta stampata è venuto fuori che il settanta percento di queste risultano parzialmente inesatte o addirittura false dopo pochi giorni. Questo forse è il problema del nostro sistema di informazione attuale, troppo legato alle regole dell’audience o del cavalcare il sentimento del momento.
Distruggiamo pure, se ci va, la politica, i politici e i loro vizi ma lasciamo da parte i drammi personali, le elucubrazioni prive di fondamento. Quando i retroscena delle stanze della politica diventano retroscena delle stanze da letto e poi addirittura i retroscena delle stanze del cervello di una persona vuol dire che siamo proprio alla frutta, frutta marcia.
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