Solidarietà tra donne
La solidarietà tra donne, tanto sbandierata ai quattro venti, non esiste. O se esiste non è politicamente trasversale, sebbene la si invochi e la si cerchi nel momento del bisogno. come è noto la Bindi è stata fatta oggetto di una battuta volgare del nostro premier, “sei più bella che intelligente“, diventata tristemente celebre. In più c’è lo “zitella petulante” di Castelli, il quale almeno ha avuto il buongusto di chiedere scusa pubblicamente su radio padania.
la solidarietà femminile non è un istinto naturale, non scatta spontaneo come il cameratismo tra uomini, ma è qualcosa che deve essere coltivato per poter dare frutti. Sulle prestazioni da mandrillo del nostro premier ci si indigna per un riflesso incondizionato, ma sotto sotto, a riflettori e telecamere spente, i politici maschi fanno una strizzata d’occhio, magari accompagnandola con qualche battuta greve.
Intendiamoci, la Bindi ha perfettamente ragione nell’indignarsi e sostenere che offendere l’aspetto fisico è degradante e desolante per tutte quelle donne che belle e femminili non lo sono, e non certo per loro scelta. Non è certo una colpa quella della Bindi assomigliare ad Ermete Realacci.
Eppure la richiesta di solidarietà femminile tanto attesa dalla bindi dalle donne di destra non è arrivata, anzi il giovane ministro Giorgia Meloni, pur condannando la battuta, non ha teso la mano alla Semenya della politica italiana, ma ha precisato che quando venivano etichettate come donne orizzontali non si è levato nessun coro di sdegno bipartisan.
evidentemente essere giovani, di aspetto gradevole e in carriera alimenta il retro-pensiero maschilista che se sono dove sono è perché erano accondiscendenti verso il loro papi di turno. un pensiero certamente poco nobile, ma che non ha mai provocato l’indignazione di Rosy Bindi, forse perché la solidarietà femminile è appunto uno dei tanti luoghi comuni da sfatare. Prima viene l’avversario politico e poi eventualmente la dignità della donna.
altrimenti non si spiega il meccanismo per cui quando Sabina Guzzanti apostrofa la Carfagna come fosse una troia, a sinistra nessuna donna reputa necessario mandare una ciambella di salvataggio dall’altra parte dello steccato politico. Non solo: a Venezia per il festival del cinema, così come ad Annozero, la D’Addario viene applaudita a scena aperta. Una che la marchetta la fa sul serio.
Se la Bindi fosse intelligente quanto bella ci arriverebbe da sola.
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