Su Milingo e altre opere del demonio
Cari lettori di questo blog, mi accingo umilmente a dire la mia circa le vicissitudini che ultimamente hanno attraversato la cronaca riguardanti uomini di Chiesa che si sono coperti di peccati che sono in abomìnio al Signore.
Mi riferisco al triste epilogo della vicenda del vescovo africano monsignor Milingo che dopo la sua deriva eretica che l’ha portato a congiungersi carnalmente con la signora Sung in seno a quel covo di serpi della setta del reverendo Moon è stato ridotto allo stato laicale da Santa Romana Chiesa.
I miei colleghi giuornalisti che non calpestano il suolo vaticano utilizzano con temeraria disinvoltura il termine “scomunica” come fosse una lancia pronta a trafiggere o una spada atta a menar fendenti in mano della gerarchia ecclesiastica. In realtà la scomunica è una situazione nella quale ci si viene a trovare automaticamente a seconda della propria condizione non compatibile con gli insegnamenti della fede.
C’è da dire che l’afroepiscopo ex monsignore Milingo se l’è andata proprio a cercare con una prepotenza che mal si addiceva al suo ruolo di pastore di anime. Strana parabola quella di Milingo che da giovane africano aduso alle pratiche animistiche della stregoneria cariche di simboli pagani facenti parte la tradizione indigena è passato a diventar giovane prete cattolico di cultura, vescovo solito a scacciar demoni dalle povere anime derelitte come una massaia combattiva scaccia gli acari dal materasso nel cambio stagionale e poi eretico al confino e chiamato alla riflessione e all’ubbidienza e infine, scontato epilogo, ridotto allo stato laicale.
La paura della Chiesa è che Milingo istituisca uno scisma fondando una chiesa di preti sposati, avendone già ordinato quattro da vescovo in tal senso si è portato avanti. Un passo indietro sembrerebbe questo per un santo padre romano pontefice che tenta di riunire le diverse confessioni in cui è spezzata la chiesa ma un passo necessario per far capire che la retta via è sempre e comunque indicata da chi siede sul soglio pontificio.
Lungi da me, mi perdoni l’Altissimo, accostare il caso di un vescovo che ha smarrito la ragione con la vicenda dei preti pedofili in Irlanda ma le due vicende sono balzate agli onori della cronaca in questo stesso periodo perchè Satanasso quando ci si mette fa le cose fatte per bene.
Il vescovo che copriva i preti pedofili trasferendoli invece che sottoponendoli al giudizio prima terreno e poi divino è stato fatto dimissionare da Benedetto Decimosesto con un atto duro e deciso, così come deve fare un padre che ama i suoi figli.
Come il Salvatore, ce l’ho racconta l’Evangelo, pulì l’anima dell’indemoniato cacciando gli spiriti che lo soggiogavano e instillandoli nel corpo di un branco di suini andati poi a suicidarsi in acqua così il Papa ha aspirato il male da una parte di Chiesa che si era concessa prona al peccato peggiore.
Vi saluto cari lettori e vi faccio i miei più cari auguri perché la festa della nascita umile e povera di Nostro Signore porti alle vostre famiglie pace e serenità e a coloro che si ostinano a chiamarla “festa delle luci” manco fosse una promozione dell’Enel, giunga una richiesta di ravvedimento e di un sereno monito perché di branchi di porci ce n’è a bizzeffe.
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