Tra Champion’s e separazioni consensuali
Mentre i tifosi interisti s’inzuppano da tre giorni in una milano colpita dalla pioggia in fila davanti alla banca per acquistare i biglietti della finale di champion’s contro il Bayern Monaco i cugini milanisti registrano l’addio di Leonardo non solo dalla guida tecnica, a quanto sembra, ma dalla società AC Milan, alla presenza di un commosso Adriano Galliani.
In questo quadrettoi riservato alla città di Milano si possono fare alcune riflessioni da una sponda all’altra.
Da parte nerazzurra vedere tra una fila di tende da campeggio e dei teloni in nylon persone ammassate in fila ad aspettare di poter accedere alla distribuzione a prezzi salatissimi dei biglietti per una partita mette una certa tristezza.
La tristezza non deriva dal legittimo entusiasmo dei tifosi per un traguardo che è già storico ora e sarebbe quasi epocale con un’eventuale vittoria, ma dal fatto che nel 2010 una persona debba sostenere una tale tortura per un biglietto quando si poteva tranquillamente organizzare un sistema di vendita online, come accade da qualche anno per i concerti di grido. Anche Mourinho, dal suo granitico scranno si è mosso a compassione e ha deciso di regalare un biglietto al primo della fila chiedendo di devolvere la quota risparmiata dal tifoso in beneficenza.
Da parte milanista si assiste all’addio di un allenatore che ha portato una squadra stanca e lenta al terzo posto in campionato, un risultato che all’avvio della stagione sembrava impossibile. L’impressione è che il brasiliano paghi il non aver inchinato il capo di fronte alle pappine del presidentissimo Berlusconi che più volte l’ha criticato. Eppure tra il calciatore che parla d’amore e il premier titolare del partito dell’amore contro l’odio ci si aspettava maggiore sintonia. Invece il gentleman che ha portato al Milan Kakà , Tiago Silvia e Pato lascia “consensualmente” la società con tanti ringraziamenti a Galliani e nessun accenno al proprietario.
Leonardo ha dichiarato che fare l’allenatore è stata una bella esperienza ma non ha intenzione di allenare nei prossimi anni perché ha sempre preferito gestire, da parte di uno dei pochi che in questa stagione ha saputo rispondere a muso duro a Silvio suona come un’implicita candidatura a prossimo leader del PD.
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