Uniti ma separati

Uniti ma separati

Ogni tanto, qualunque sia il colore del Governo in carica, rispunta fuori la storia del famigerato partito del Sud/Nord a seconda che la parte politica abbia necessità di recuperare consensi in una delle due metà del Paese.
L’aspetto divertente della vicenda è che nel 2009, in piena seconda repubblica, in piena antipolitica e con un sentimento di avversione massima nei confronti del sistema partitico si possa ancora pensare che per risolvere i problemi del Mezzogiorno si debba costituire un partito dedicato alla causa.
E per di più questa idea strisciante finisce per indebolire la maggioranza dove i vari “galletti”, la maggior parte dei quali provenienti dalla Sicilia, continuando a mostrare i propri mal di pancia, mirano ad ottenere la propria fetta di torta di potere.
A parte che proprio il mal di pancia con il suo naturale epilogo si adatta alla perfezione con la sostanza che compone questi parlamentari, viene da chiedersi perché mai un abitante delle regioni meridionali dovrebbe sentirsi tutelato e rassicurato da un eventualità del genere.
Che l’Unità d’Italia sia una favoletta scritta nella Costituzione, rispecchiata nella pratica solo quando undici giocatori con la maglia azzurra e i pantaloncini corti si abbracciano e biascicano le strofe dell’Inno Nazionale era già noto da tempo, ma questi continui strappi (non dimentichiamo anche l’idea del famigerato Partito Democratico del Nord) ne danno un’ulteriore conferma.
E’ pur vero che il mezzogiorno necessita di un trattamento tutto particolare e che alla fin fine anche il federalismo fiscale parte dalla stessa idea di fondo, ma sembra troppo semplicistico se non propagandistico pensare che una task force estemporanea possa sistemare la drammatica situazione.
La bacchetta magica non ce l’ha nessuno e sembra altrettanto irreale che all’improvviso il premier venga fuori con il suo solito “adesso ci penso io!” anche perché verrebbe allora da chiedersi “e prima che facevi?” (e per questa domanda Repubblica avrebbe almeno 10 risposte oltre che le solite 10 domande).
“Un piano innovativo per il rilancio” scrive Berlusconi, “è merito nostro se ora se ne parla” aggiunge Lombardo dell’MPA, “basta con il meridione piagnone” rilancia Calderoli e l’opposizione? Di Pietro denuncia il dirottamento di fondi stanziati per il Sud verso altri lidi per tamponare gli eccessi di spesa mentre Fassino ritiene non ci sia bisogno di nessun piano straordinario. Nel frattempo Brunetta si lamenta della situazione in cui versa la sua Venezia e pensa ad un piano di rinascita economica e industriale irrobustendo le voci che lo vorrebbero in corsa a ruolo di sindaco per il dopo-Cacciari.
“Qui si fa l’Italia o si muore” Mi sa che siamo alle cure palliative

2 comments

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Nito

gia’..tutti ne parlano per questioni politico-elettorali..ma nessuno risolve mai questa situazione..
anche a me ha fatto molta tristezza sentire parlare di lega del sud o pd del nord etc…

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giodex

Certo che tutti questi siciliani al governo messi da Silvio fanno pensare … ma cosa avrà in coumune il nano con la Sicilia? Probabilmente qualche lontano parente.
Non starete pensando che abbia a che fare con la mafia? Ma daiiii, forse è solo perchè la classe politica siciliana è una delle migliori, probabilmente hanno studiato di più ecco tutto.

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