Uniti per la prostata
Rileggete bene queste righe, perchè forse sarà la prima e l’unica volta in cui Di Pietro solidarizza con Berlusconi, col quale probabilmente l’unica cosa che ha in comune è l’essere scampato ad un tumore alla prostata.
«Sì, un tumore. Benigno, come ha poi rivelato l’esame istologico. Due mesi fa sono stato operato alla prostata. Lo so che in Italia nessuno lo dice. Ma io non mi vergogno. Anche perché ho già fatto la prova del nove….». Cioè, scusi? «Ci siamo capiti benissimo». E com’è andata, la prova del nove? «E’ riuscita».
Quindi Di Pietro oltretutto riesce dove Mughini fallì, e conferma le parole di Ghedini che giura e spergiura sulla potenza del proprio assistito nonchè presidente del Consiglio.
Di Pietro continua dunque a rompere il tabù-prostata, problema di cui gli uomini hanno difficoltà a parlare, soprattutto in una nazione in cui la virilità ha qualcosa di mitologico. Dopo l’outing di Mughini, ci vorrebbe anche un intervento definitivo anche da parte di Berlusconi, che spazzi via finalmente le illazioni sulla sua situazione.
Di Pietro si spinge persino a comporre un peana per l’avversario : “Se l’ha avuto, è stato bravo a uscirne fuori completamente. Mi congratulo con lui per la sua buona sorte, per i suoi medici, e per la sua tenuta. La cattiva sorte non si augura a nessuno, la salute si augura a tutti, anche agli avversari. Anche a Berlusconi ».
Non sappiamo quanto durerà l’idillio tra i due nemici giurati, presumibilmente lo spazio di un pomeriggio. Qualche uccello del malaugurio probabilmente si augurerà che le malattie più disparate continuino a colpire i leader politici italiani, in quanto sembra l’unico modo per riportare lo scontro politico a valori più decoubertiniani e fermare la deriva a chi la spara più offensiva e roboante.
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