Uomini che odiano la privacy
Nella settimana che vede il Governo varare il ddl per lo sviluppo economico, avviare un provvedimento che congela i debiti delle piccole e medie imprese con le banche per un anno, Silvio Berlusconi impegnato in Turchia per importanti trattative legate ai gasdotti, Scaiola incontrare i petrolieri in conseguenza dei rincari dei carburanti, i governatori delle regioni mostrare le loro perplessità e l’entrata in servizio delle ronde, il senatore Paolo Guzzanti ritiene che gli italiani debbano riflettere sul fatto che il presidente del Consiglio è un “porco”.
Paolo Guzzanti si presenta da solo, è sufficiente leggere il suo blog o ascoltare per più di qualche secondo le sue ultime apparizioni televisive sfociate quasi sempre in rissa, ma sarebbe ingiusto da parte di chi ha ospitato per tanti anni i suoi articoli ritenere oggi che l’uomo sia un pazzo, sarebbe altrettanto ingiusto che chi l’ha sempre definito tale o al massimo della bontà non degno di esser padre di tale figlio e figlie osannate dai più attivi antibelusconiani.
Come al solito però, al netto delle parole delle quali si può utilizzarne a tonnellate e se ne è utilizzate parecchie, contano i fatti. Berlusconi per molti italiani, circa la metà , è un mafioso, un porco, un corruttore, un corrotto, un ladro e questo senza bisogno di minorenni napoletane, delle escort o delle esternazioni di senatori feriti nel proprio orgoglio di presidenti di commissioni o di genitore di figlia accusata di vilipendio.
Questa nuova esternazione pare quindi l’ennesimo tentativo di buttarla in caciara in un clima già abbastanza avvelenato.
I fatti, torniamo ai fatti. Si parla di intercettazioni distrutte in quanto non utili a nessuna indagine e penalmente irrilevanti. Di fatto se fosse vero che Berlusconi ha offerto cariche dello stato in cambio di favori sessuali sarebbe stato penalmente rilevante, evidentemente sono state esaminate e questo non è comparso. E’ stato persino tirato in ballo il presidente della Repubblica che ha smentito seccamente. La prova regina poi è la terza: Repubblica non ha dato al fatto la prima posizione nemmeno nel suo sito online, e si ci va cauta persino la redazione “buoncostume” di Repubblica…
Infine vorrei ricordare al senatore Guzzanti e ai suoi fan che la frase che ormai viene agitata come un randello, frase nelle intenzioni evocativa “Berlusconi, uomo che odia le donne” è tratta dal titolo di un romanzo dove il protagonista è un integerrimo giornalista svedese con simpatie decisamente socialdemocratiche che lotta contro i grandi imprenditori e uomini d’affari corrotti e corruttori, finito in prigione proprio per colpa delle sue inchieste scomode, che ha una morale sessuale quantomeno libertina e che ha come unico paletto fisso nell’indagare sui suoi avversari ovvero la sua questione morale, non sindacarne mai la vita privata.
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