Verso il congresso del PD

Verso il congresso del PD

Apprendo dal Corriere della Sera che Pier Luigi Bersani ha vinto il congresso del Partito Democratico al termine del voto nei congressi di circolo. Su 467mila votanti, l’ex ministro ha ottenuto il 55,13%, mentre l’attuale segretario Dario Franceschini ha il 36,95% e Ignazio Marino raggiunge il 7,92%. Sono questi i dati definitivi dei congressi di circolo diffusi dal Pd.
Sarebbe normale a questo punto pensare che il nuovo segretario del PD sarà Bersani invece non è così.
Per sapere chi sarà il prossimo segretario del Partito Democratico bisognerà aspettare il voto delle Primarie.
Che differenza c’è fra questa prima consultazione e quella decisiva delle primarie?
Questa consultazione è avvenuta tra gli iscritti ai circoli del PD mentre le primarie saranno aperte a tutti e coinvolgeranno presumibilmente qualche milione di persone, stando ai risultati delle precedenti, mentre in questa consultazione i votanti sono stati 466.573.
Stando ai numeri sono nettamente più importanti i risultati delle primarie perché il consenso sarebbe giudicato su una base dieci volte maggiore.
Rimane un dubbio: che senso aveva fare questa prima consultazione tra gli iscritti? Perchè non andare direttamente alle primarie? E se alle primarie vincesse Franceschini non si rischia di creare una spaccatura tra la base generale degli elettori PD e quella degli iscritti ai circoli?
Alla prima domanda si può rispondere con lo statuto del Partito Democratico alla mano che disciplina l’utilizzo delle primarie e si scopre che il voto nei circoli serve a stabilire chi può candidarsi alle primarie superando lo sbarramento del 5% nel voto complessivo dei circoli o il 15 per cento in almeno cinque regioni.
Questo nasce dal fatto che nello statuto si fa differenza tra iscritti (quelli con la tessera appartenenti ai circoli) e elettori che sono iscritti all’albo degli elettori del PD (già iscritti o che si iscrivono al momento del voto).
Altri particolari sono che per votare occorre pagare 5 euro, che le primarie sono il 25 ottobre e che ovviamente tutti e tre i candidati partono da una posizione identica ovvero da zero, a dispetto del voto nei circoli.
Il 25 ottobre si voterà anche per i segretari regionali del partito. Gli elettori che andranno a votare, avranno due schede, una per il segretario nazionale e l’altra per quella regionale.
La proclamazione del segretario nazionale avverrà nel corso della prima Assemblea nazionale, che deve essere convocata entro 14 giorni dal risultato delle primarie.
Sarà proclamato eletto chi, tra i candidati, ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti (ovvero il 50 per cento più 1) alle “primarie”. Se nessuno dei tre candidati raggiungerà la maggioranza assoluta, ci sarà il ballottaggio a scrutinio segreto tra i primi due candidati. In questo caso il voto sarà esclusivo dei delegati all’Assemblea nazionale.
Quindi, in questo caso, il vero ago della bilancia sarebbe Marino e la sua scelta. Anche se è previsto il voto segreto è credibile che Ignazio Marino darà un’indicazione di voto ai suoi delegati.
A conti fatti il potere degli iscritti è molto ridotto rispetto a quelli di un altro partito e questo ha creato parecchie polemiche all’interno del PD.

1 commento

comments user
Damiano

Comunque credo che la vittoria di Bersani sia abbastanza certa e io stesso voterei per lui.

Commento all'articolo